"Tra Camera e Senato abbiamo circa 120 ex parlamentari che hanno un’età superiore agli 85 anni, molti superano i 90 anni e ci sono anche alcuni centenari. Ebbene, il taglio medio del loro vitalizio è del 66 per cento". Questo è l'allarme lanciato da Antonello Falomi, presidente dell'associazione che riunisce gli ex parlamentari.
"Applicare retroattivamente il sistema contributivo comporta che più vai lontano nel tempo, più erano bassi i contributi. Il monte dei contributi versati da costoro è molto basso", denuncia Falomi interpellato da La Stampa sul tema del taglio dei vitalizi ai suoi colleghi che, così com'è attuato, lede il principio di ragionevolezza previsto dalla Corte. "Il più vecchio ha 103 anni ed ha subito un taglio del 69 per cento fino a percepire ora 2220 euro lordi", attacca Falomi spiegando che un simile taglio non consente all'ex parlamentare di curarsi adeguatamente. I più anziani avevano mediamente un assegno di 6148 euro lordi, ridotto ora a 2048 euro ma gli over 80 (75 alla Camera e 44 in Senato) hanno subìto un taglio medio del 64% scendendo da 5823 euro a 2110 euro lordi. "Questi ultraottantenni perdono in media 3700 euro, sono tagli consistenti e irragionevoli e anche la fascia tra i 75 e gli 85 anni subisce tagli simili", aggiunge Falomi che vede i suoi colleghi discriminati. "Qui interviene una punizione perché uno è stato parlamentare, visto che non è stato fatto il ricalcolo contributivo per tutti i cittadini italiani in pensione", spiega.
Nel frattempo proseguono i ricorsi degli ex più anziani, in totale 2154 di cui 1100 sono ex deputati. Per le persone più anziane e malate, in totale 11 deputati, "la delibera è stata sospesa fino a che non si conclude l’iter del ricorso".
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