Guardia Nazionale, teste di cuoio e cento agenti dell'Fbi sono schierati a Ferguson, in Missouri, mentre cresce l'attesa per il verdetto del Gran Giurì sull'ipotesi di incriminazione di Darren Wilson, il poliziotto che il 9 agosto scorso uccise il 18enne nero Michael Brown. Il sobborgo di St. Louis è in stato di assedio e la tensione aumenta di ora in ora. Nel frattempo, si moltiplicano gli appelli alla calma: il presidente americano Barack Obama, parlando davanti alle telecamere della Abc, invita i manifestanti a «protestare pacificamente», e afferma che «usare un evento come scusa per la violenza è contrario al principio di legalità e a quello che siamo». Anche Mike Brown, padre della vittima, si è rivolto alla comunita' in un video. «Non importa cosa deciderà il Gran Giurì, non voglio che mio figlio sia morto invano - sottolinea -. Auspico un cambiamento eccezionale e in positivo che trasformi St. Louis in una città migliore per tutti». E il ministro della Giustizia, Eric Holder, che la scorsa estate al culmine delle proteste si recò a Ferguson per tentare di riportare la calma, ribadisce che «la storia ci ha mostrato come i movimenti più riusciti e duraturi per il cambiamento sono quelli che aderiscono alla non aggressione e alla non violenza». «Chiedo dunque a tutti coloro che cercano di dar voce alle cause importanti di farlo in un modo che rispetti il loro obiettivo», prosegue Holder.
A Ferguson, tuttavia, cresce la rabbia dei cittadini, i quali puntano il dito anche sulla decisione del governatore di chiedere lo stato di emergenza. Nella notte di venerdì sono scoppiati disordini tra la polizia e i manifestanti, e per precauzione le autorità hanno deciso che alcune scuole di Ferguson rimarranno chiuse per tutta la prossima settimana. Nell'area di St. Louis, inoltre, due uomini sono finiti in manette con l'accusa di aver acquistato esplosivo da utilizzare durante le manifestazioni di protesta. I due fanno parte delle New Black Panthers, gruppo rivoluzionario afroamericano che si ispira alle «Pantere nere» degli anni Sessanta, e secondo gli inquirenti volevano fabbricare delle bombe artigianali. Intanto continua la caccia dei militanti al poliziotto Darren Wilson tramite l'offerta di denaro in cambio di informazioni: su Twitter sono comparsi annunci da gruppi come Black Rebels e Militant Resistent che promettono una ricompensa di 5 mila dollari a chi fornisce notizie su dove si trova l'agente, il quale starebbe negoziando le sue dimissioni.
Anche il gruppo di hacker Anonymous è intervenuto in un video sulla vicenda, avvertendo le autorità del Missouri e i membri del Ku Klux Clan a mantenere la calma, o ci saranno delle conseguenze». Mentre ai manifestanti dicono di non avere paura: «Siamo qui per voi e vi proteggeremo». Le polemiche sul braccio violento della legge e sui presunti pregiudizi razziali da parte dei poliziotti bianchi rimbalzano anche sulla East Coast, a New York, dove un altro giovane afroamericano di 28 anni è stato ucciso da un agente durante un controllo in una casa popolare di Brooklyn. Akai Gurley, questo il nome della vittima, stava lasciando l'appartamento dove aveva trascorso la serata insieme alla fidanzata, quando si è trovato davanti due giovani reclute in perlustrazione nelle scale di servizio dell'edificio di East New York. Complice il buio, o forse l'inesperienza, uno degli agenti ha aperto il fuoco, uccidendo Gurley, disarmato. L'episodio e' stato definito un «tragico incidente» dal sindaco della Grande Mela, Bill de Blasio, e dal capo della polizia, William Bratton, ma rischia di infiammare ulteriormente gli animi mentre Ferguson attende il verdetto del Gran Giurì.
Un portavoce della
procura di St. Louis spiega che i dodici giurati, sette uomini e cinque donne, sono ancora riuniti, ma tutti nella cittadina sanno che in caso di non incriminazione di Wilson si potrebbero scatenare proteste violentissime.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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