Nulla osta. L'atteso ok dei giudici di Naumberg all'estradizione di Filippo Turetta, il giovane che ha massacrato la sua ex fidanzata Giulia Cecchettin la sera dell'11 novembre, è stato ufficializzato ieri mattina. «Non è necessaria un'ulteriore decisione giudiziaria da parte della prima sezione penale», si legge nel decreto. Così la consegna all'Italia del killer 22enne potrà avvenire già domani: a gestire il rientro sono le autorità di polizia italiana e tedesca che attualmente sono in stretto contatto. Saranno gli uomini dello Scip, servizio di cooperazione internazionale di polizia, a prendere in consegna il giovane in Germania e a metterlo su un volo diretto per Fiumicino. A Roma gli verrà notificata l'ordinanza di custodia cautelare in carcere e solo in seguito potrà essere trasferito a Venezia per l'interrogatorio di garanzia del gip.
Nel corso delle ultime 96 ore da detenuto del carcere di Halle il ragazzo ha comunque già confessato l'assassinio e ha rivelato di aver provato a togliersi la vita: «Ho vagato questi giorni perché cercavo di farla finita - si legge nel verbale di interrogatorio alle autorità tedesche -, ho pensato più volte di andarmi a schiantare contro un ostacolo e più volte mi sono puntato un coltello alla gola, ma non ho avuto il coraggio di farla finita». Ma Turetta aveva parlato anche agli agenti tedeschi che lo hanno trovato fermo a fari spenti nella corsia di emergenza dell'autostrada Berlino-Monaco. «Ho ucciso la mia ragazza», è la prima frase che ha pronunciato e che racchiude tutto il senso del femminicidio commesso. Perché Giulia non era più la sua fidanzata. Nella sua borsa i poliziotti hanno trovato anche un coltello da cucina con una lama di 12 centimetri, forse quello usato per colpire Giulia e, in seguito, per provare a togliersi la vita. E poi c'era sangue dappertutto: sulle sue scarpe, sui vestiti, sui sedili. Lui, invece, era immobile al posto di guida.
E nell'attesa del rientro di Turetta in Italia, la difesa già si prepara al percorso giudiziario che si appresta a intraprendere il giovane. L'avvocato della famiglia, Emanuele Compagno, che rappresenterà in aula il killer, non esclude infatti di ricorrere a una perizia psichiatrica sull'imputato. «Non per esonerare il ragazzo da ogni responsabilità - ha chiarito il legale -, ma per capire davvero fino in fondo che cosa c'è stato nella mente». E mentre c'è un'Italia intera che piange Giulia, eletta a icona della strage contro le donne, l'autopsia sul corpo della giovane studentessa sarà eseguita il prossimo 1° dicembre all'Istituto di anatomia patologica della clinica universitaria di Padova.
La data non è ancora fissata ma è già stato deciso che i funerali di Giulia si celebreranno a Saonara, piccolo centro padovano dove la 22enne è cresciuta prima che la famiglia si stabilisse nella vicina Vigonovo, e dove riposerà accanto alla mamma, morta un anno fa. La sorella Elena ieri ha postato una foto delle due insieme: «Abbracciatevi per me».
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