Al ministero della Sanità è il giorno del tutti contro tutti. Il giorno dopo le dichiarazioni choc del sottosegretario Pierpaolo Sileri, Fratelli d'Italia torna a invocare le dimissioni del ministro della Salute Roberto Speranza - oggi si vota in Senato - «per le mancanze del ministro, i verbali secretati del Cts e il mancato piano pandemico su cui sta indagando la Procura di Bergamo», dicono i parlamentari FdI Federico Mollicone e Maria Teresa Bellucci. «Ogni giorno che passa aumentano le sue responsabilità», aggiunge al Giornale il meloniano Galeazzo Bignami, che da mesi si batte per la ricostruire le responsabilità del governo. Sulla sfiducia Lega e Forza Italia dovrebbero astenersi o uscire dall'aula anche se il segretario del Carroccio Matteo Salvini prima chiede una commissione parlamentare di inchiesta, poi spiazza i cronisti: «Votare la sfiducia? Prima vorrei sentire il parere di Sileri».
A replicare al viceministro è invece l'ex direttore della Prevenzione del ministero della Salute da febbraio 2018 a maggio 2020 Claudio D'Amario, secondo cui nel 2019 «esisteva una bozza di Piano pandemico». Per l'ex dirigente Sileri mente quando dice che non ebbe mai alcuna prova documentale di questa attività: secondo D'Amario invece non solo tutto veniva costantemente inviato via mail ma D'Amario ricevette «costanti apprezzamenti». Poi ce l'ha anche con il Giornale per aver riportato le sue parole a Quarta Repubblica quando ammise di aver bluffato nel test di autovalutazione Oms del 4 febbraio 2020. «Il nome del sottoscritto presente sul report del 4 febbraio 2020 non corrisponde ad una certificazione, né ad una paternità dell'atto», dice.
Chi ha ragione? Lo deciderà la Procura di Bergamo, che indaga per epidemia colposa e per la mancata concessione della zona rossa ad Alzano e Nembro, che sta passando al setaccio chat, email e telefonate tra ministro e dirigenti del ministero. Un mare magnum di carte da cui ogni giorno emerge un pezzo di verità dietro i 120mila morti di Covid.
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