Washington alza il tiro: "Più armi e aerei a Kiev". E Biden volerà in Europa

Pressing sul presidente. L'ipotesi: una missione nell'Ue. Zelensky parlerà domani al Congresso

Washington alza il tiro: "Più armi e aerei a Kiev". E Biden volerà in Europa

Cresce la pressione del Congresso americano su Joe Biden per la fornitura di nuove armi e jet da combattimento all'Ucraina, mentre la Casa Bianca discute la possibilità di un viaggio del presidente in Europa nelle prossime settimane. Una visita che seguirebbe quelle della vice presidente Kamala Harris e del segretario di Stato Antony Blinken. Secondo fonti informate si starebbe valutando una potenziale tappa in Polonia e probabilmente anche a Bruxelles, pur se per ora nulla è stato finalizzato o annunciato. Da Capitol Hill, intanto, aumenta il pressing bipartisan su Biden affinché faccia di più per aiutare Kiev di fronte all'avanzata russa. E gli Usa starebbero pensando a un embargo commerciale totale della Russia per l'invasione dell'Ucraina. Lo riporta Cnbc citando il vice segretario al Tesoro Wally Adeyemo, secondo il quale, fra le opzioni a disposizione, c'è anche il blocco dell'accesso della Russia alle vie navigali internazionali. Il senatore repubblicano Rob Portman lo ha esortato a inviare aerei da combattimento, mentre un altro gruppo di 58 legislatori di entrambe le sponde del Potomac ha domandato all'amministrazione Usa di cercare di facilitare l'accordo per i jet polacchi, bocciato dalla Casa Bianca, ma anche di fornire all'Ucraina sistemi di difesa aerea, inclusi droni e missili terra-aria. In un tweet il Comandante in Capo ha assicurato che gli Stati Uniti stanno lavorando «in stretta collaborazione con alleati e partner per assicurarci che il popolo ucraino possa difendere la propria nazione», e ricordando che Washington nell'ultimo anno ha già stanziato oltre 1,2 miliardi di dollari in assistenza alla sicurezza del paese attaccato da Mosca. A fare pressione su Biden è anche il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, che mercoledì interverrà virtualmente al Campidoglio. «Non vediamo l'ora di ascoltare Zelensky e di trasmettere il nostro sostegno al popolo ucraino che sta difendendo con coraggio la democrazia», hanno fatto sapere i leader dei due rami di Capitol Hill Nancy Pelosi e Chuck Schumer. All'inizio del mese quasi 300 deputati e senatori hanno partecipato ad una chiamata via Zoom con Zelensky, e da allora il Congresso si è mosso per fornire la cifra record di 13,6 miliardi di dollari di aiuti a Kiev. Il leader ucraino nell'ultima telefonata con Biden venerdì scorso ha fatto pressione per nuove sanzioni in particolare contro l'elite russa, menzionando anche la chiusura dell'accesso della Russia alle vie navigabili internazionali. Questo oltre al pressing su Usa ed alleati perché attuino una no fly zone sul suo paese, ma nell'amministrazione americana molti sono contrari per il timore che la mossa possa portare ad una guerra più ampia. Anche il segretario generale dell'Onu Antonio Guterres ha avvertito di essere «prudenti»: la no fly zone è una questione che è stata «analizzata da diversi paesi, i quali sostengono comporti il rischio di escalation che potrebbe creare un conflitto globale», ha spiegato, precisando tuttavia di capire l'appello delle autorità ucraine. Inoltre, Guterres ha avvertito che «la prospettiva di un conflitto nucleare, una volta impensabile, è ora tornata nel regno delle possibilità», e ha annunciato un nuovo pacchetto di aiuti da 40 milioni di dollari per raggiungere i più vulnerabili. Nel frattempo è in arrivo il quarto pacchetto di sanzioni Ue contro la Russia. «La guerra di Putin sta diventando ogni giorno più brutale, ho appena informato Zelensky del quarto pacchetto di sanzioni», ha fatto sapere su Twitter la presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen, sottolineando che l'Unione «è con il popolo ucraino. Li sosteniamo con un pacchetto di assistenza macrofinanziaria da 1,2 miliardi di euro e 500 milioni di euro in aiuti umanitari».

La procedura per l'adozione del nuovo round di misure contro Mosca dovrebbe essere completata nelle prossime ore e nella black list dei personaggi vicini a Putin dovrebbe finire anche Roman Abramovich, il miliardario russo proprietario del Chelsea.

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