Kiev non resterà a guardare dopo l'ennesimo attacco su obiettivi civili da parte della Russia. Reagirà, seguendo due binari. Da una parte utilizzando armi e droni di produzione propria, made in Ucraina. Dall'altra, aspettando la risposta all'ennesimo appello lanciato da Volodymyr Zelensky e dei suoi uomini all'Occidente, per poter utilizzare armi a lungo raggio contro obiettivi russi evitando le restrizioni imposte. Forti anche del sostegno della Nato, che ad ogni raid sui civili in qualche modo si rafforza. Anche perché, e non è la prima volta, la minaccia di Mosca potrebbe anche espandersi oltre l'Ucraina.
«Siamo pronti a rispondere anche con armi di nostra produzione», ha confermato il ministro della Difesa ucraino Rustem Umerov. «È un'altra prova della necessità per l'Ucraina di avere capacità a lungo raggio e di eliminare le restrizioni sugli attacchi contro obiettivi militari nemici», ha aggiunto. Su questo tasto è tornato a insistere con forza il presidente Zelensky. «L'America, la Gran Bretagna, la Francia e altri partner hanno la forza per aiutarci a fermare il terrorismo. Abbiamo bisogno di soluzioni», ha detto il leader di Kiev. «L'Ucraina ha già fatto pressione sui suoi alleati europei affinché istituiscano una no-fly zone nella parte occidentale attraverso sistemi di difesa dispiegati nelle vicine Polonia e Romania», ha aggiunto per poi lanciare un vero e proprio appello: «I difensori della vita non possono avere restrizioni sulle armi quando la Russia usa le proprie armi di tutti i tipi, e Shahed e armi balistiche della Corea del Nord» ha detto. «Per fermare i bombardamenti crudeli contro le città ucraine, è necessario distruggere i luoghi da cui vengono lanciati i missili . Abbiamo bisogno di armi a lungo raggio e dell'autorizzazione dei nostri partner a usarle contro obiettivi russi», ha rilanciato il premier ucraino Denys Shmyhal.
In attesa di misure concrete, a Kiev arriva il sostegno a parole degli Stati Uniti e della Ue. «Continueremo a sostenere l'Ucraina affinché possa difendersi contro la brutale invasione russa», ha detto l'ambasciatrice americana a Kiev Bridget A. Brink. «Gli ultimi «attacchi barbarici non fanno che rafforzare la determinazione dell'Ue a continuare il sostegno l'Ucraina e intensificarlo», ha spiegato un portavoce della Commissione Europea. Anche perché il pericolo rappresentato dalla Russia rischia di espandersi oltre l'Ucraina. Un oggetto aereo, probabilmente un drone, è entrato ieri in territorio polacco vicino alla città ucraina di Chervonohrad. Le difese aeree di Varsavia e della Nato sono state attivate nella parte sud-orientale del Paese con l'allerta che è stata elevata. Ma non è tutto qui. Secondo fonti tedesche la Russia avrebbe messo nel mirino anche la base Nato di Geilenkirchen, in Germania. L'intelligence avrebbe avvisato le autorità tedesche di un possibile attacco e per questo da alcuni giorni l'allerta è stato elevato al livello 2, quello che riguarda una «potenziale minaccia». La base di Geilenkirchen è un hub fondamentale per gli aiuti occidentali forniti all'Ucraina e ospita anche gli aerei da ricognizione del sistema di allarme rapido. La stessa base è stata oggetto di un'azione di sabotaggio, con un tentativo, sventato, di ingresso all'interno della struttura. Anche un'altra base aerea tedesca, quella di Colonia-Wan, era finita nel mirino dei sabotatori che avevano avvelenato l'acqua potabile.
Non a caso, circa un mese fa, gli Stati Uniti hanno messo in allerta le loro basi militari in Europa per la prima volta in 10 anni. Ulteriore segno di come gli attacchi di Mosca su Kiev potrebbero solo la minima parte di quanto potrà ancora accadere.
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