Manca una manciata di giorni al primo anniversario dell'Operazione Speciale di Putin e Kiev teme una massiccia offensiva proprio in vista del 24 febbraio. Mosca sta convogliando ingenti rinforzi verso il fronte, e secondo il governatore ucraino della regione di Luhansk, Serhiy Haidai, i russi starebbero addirittura «risparmiando colpi per prepararsi a un attacco su vasta scala. Ci vorranno probabilmente altri 10 giorni prima che siano pronti, dovremo prepararci a qualsiasi evenienza».
In realtà le forze del generale Gerasimov sono riuscite a guadagnare solo alcune centinaia di metri di territorio alla settimana. È certamente dovuto al fatto che non dispongono delle munizioni e delle unità di manovra necessarie per un assalto di successo. L'analisi emerge dal report quotidiano dell'MI6 britannico. Per Londra «l'esito della guerra non sarà influenzato nelle prossime settimane». Kiev si aspetta che la Russia chiami a combattere fino a mezzo milione di soldati in più nei prossimi mesi. «Li mobiliterà per operazioni offensive nel sud e nell'est, da qui all'estate», ha dichiarato Vadym Skibitskyi, vice capo dell'intelligence della Difesa.
Per Skibitskyi «l'offensiva di Mosca può colpire le regioni di Donetsk, Luhansk e Zaporizhzhia. Le truppe russe resteranno in difesa nelle regioni di Kherson e in Crimea». L'allerta rimane quindi alta, tant'è che il parlamento ha prorogato la legge marziale e la mobilitazione per la sesta volta dall'inizio della guerra. Kiev è convinta che i russi cercheranno per prima cosa di catturare le rimanenti parti dell'oblast di Donetsk. L'esercito di Mosca ha concentrato anche ieri gli sforzi su Bakhmut (ormai circondata), località che, dopo la sua caduta, consentirebbe ai russi di entrare nel cuore dell'Ucraina, sfruttando le autostrade per Siversk e Slovyansk. I combattimenti sono stati feroci dalle parti di Krasny Lyman, 60 km a nord ovest di Bakhmut, sulla strada che porta a Izium, fin su verso Kharkiv. Motivo per cui Zelensky continua ogni giorno a bussare alla porta dell'Occidente per ottenere nuove armi (ieri, tra l'altro, il presidente Orban ha spaccato il fronte Ue dichiarando: «Stopalle sanzioni»). Il presidente ucraino, che ritiene l'est il fronte più caldo, è atteso a Bruxelles e nella sua missione dovrebbe parlare all'assemblea degli eurodeputati e chiedere sostegno. Kiev si dice fiduciosa per l'arrivo degli F-16 americani, «è solo una questione di tempo», sottolinea Oleksiy Danilov del consiglio nazionale per la sicurezza, ma otterrà i 178 tank-Leopard tedeschi non prima di maggio. Mosca però, attraverso il ministro della difesa Shoigu, avverte Ue, Stati Uniti e Nato, dichiarando che «nuove forniture a Kiev possono portare a un livello imprevedibile di escalation. È evidente che l'Occidente stia spingendo Kiev alla conquista di territori russi, ma non ci faremo trovare impreparati». In un'ottica più di narrazione che reale, i rifugi antiatomici in tutta la Russia sono sottoposti a ispezioni e riparazioni in seguito all'ordine del Cremlino di migliorare le fatiscenti infrastrutture di epoca sovietica. Si cerca insomma di terrorizzare la popolazione. E in questa guerra di parole non poteva mancare il comandante ceceno Kadirov, sicuro che «il conflitto avrà termine entro la fine dell'anno, l'Europa si pentirà per le sue politiche e tornerà a cooperare con la Russia».
Sul fronte ucraino Zelensky deve anche prendere atto delle dimissioni del ministro della Difesa Reznikov, che ha lasciato il dicastero dopo il licenziamento di alcuni funzionari coinvolti in casi di corruzione. Passerà all'Industria, mentre alla Difesa è in arrivo il maggiore Kirill Budanov.
Anche le amministrazioni regionali di Dnipropetrovsk, Zaporizhzhia e Kherson saranno guidate da militari, l'ha lasciato intendere Zelensky in serata. Igor Klimenko è stato invece nominato alla guida degli Interni dopo la tragica scomparsa di Denis Monastirsky.
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