Zelensky vuole armi potenti (ma Biden teme l'escalation)

Il "no" degli Usa: "Decisi a evitare la terza guerra mondiale". I potenti a New York per l'Assemblea Onu

Zelensky vuole armi potenti (ma Biden teme l'escalation)

Volodymyr Zelensky chiede armi più potenti a Joe Biden mentre continua la controffensiva delle forze di Kiev, e l'invasione russa dell'Ucraina si prepara a dominare la scena a New York, dove questa settimana si riuniscono i leader mondiali per l'Assemblea Generale Onu, la prima interamente di persona dalla pandemia di covid. Il leader di Kiev sta facendo pressione affinché gli Stati Uniti forniscano al suo esercito un sistema missilistico con un raggio di 305,7 chilometri, in grado quindi di raggiungere la Russia. Secondo il New York Times, Zelensky ha assicurato agli americani che non intende colpire città russe o obiettivi civili, ma Biden oppone resistenza alla richiesta.

«Stiamo cercando di evitare la terza guerra mondiale», ricorda spesso l'inquilino della Casa Bianca ai suoi collaboratori. E l'invio di missili a lungo raggio, che potrebbero offrire a Kiev nuove opzioni per colpire la Crimea, sarebbe probabilmente vista da Mosca come una enorme provocazione. Il dibattito sull'Army Tactical Missile System arriva in un momento critico, in cui prevale la preoccupazione nell'amministrazione Usa per un'escalation da parte di Vladimir Putin. Le opzioni peggiori includono bombardamenti indiscriminati delle città ucraine, una campagna per uccidere i leader di Kiev o un attacco a uno dei centri di fornitura di armi nei paesi Nato di Polonia e Romania. Zelensky, intanto, afferma in un'intervista che l'Ucraina «potrà vivere in pace solo quando riavrà i suoi territori. Non ci sono scappatoie, dobbiamo de-occupare» la Crimea, spiega, precisando che «potrebbe essere restituita con i mezzi della diplomazia». Secondo l'ultimo rapporto di intelligence del ministero della Difesa britannico, tuttavia, Mosca ha aumentato gli attacchi contro obiettivi civili «anche se non hanno alcun impatto militare». Le divisioni geopolitiche, inasprite dalla guerra, saranno al centro della settimana di alto livello all'Onu. Come ha ammesso il segretario generale Antonio Guterres le possibilità di un accordo di pace «al momento sono minime», ma sul tavolo ci sono molte questioni, dall'energia alla sicurezza nucleare, alla crisi alimentare globale. Zelensky interverrà con un messaggio pre-registrato mercoledì, anche se fonti diplomatiche non escludono che in extremis possa decidere di partecipare di persona. A New York ci sarà il ministro degli Esteri, Dmytro Kuleba, e giovedì siederà ad una riunione a livello ministeriale del Consiglio di Sicurezza presieduta dalla Francia, a cui sono attesi anche il segretario di stato Usa Antony Blinken e il capo della diplomazia di Mosca Sergei Lavrov, che rappresenta il suo Paese al consesso Onu. Blinken accompagna Biden, il cui intervento non sarà domani nella giornata di apertura, ma slitta a mercoledì per i funerali della Regina Elisabetta II. La 77esima Assemblea Generale è l'ultimo evento sul palcoscenico internazionale per il premier Mario Draghi, il cui discorso al dibattito generale è previsto per domani sera. Tra i temi caldi, oltre alla guerra in Ucraina, ci sono pure l'accordo sul nucleare con l'Iran - il presidente Ebrahim Raisi parlerà mercoledì - e il cambiamento climatico.

In arrivo al Palazzo di Vetro anche il presidente del Brasile Jair Bolsonaro, il francese Emmanuel Macron, il turco Recep Tayyip Erdogan e il venezuelano Nicolas Maduro. Prima volta per la neo premier britannica Liz Truss e il cancelliere tedesco Olaf Sholz. Presenti anche i vertici dell'Ue e il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg.

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