Zinga non si ricandida. Ma la sinistra già prepara la legge per blindare la regione

Alessandro Capriccioli di +Europa ha presentato una proposta di legge elettorale per eleggere il governatore con maggioritario e doppio turno. La denuncia di FdI: "Così vogliono strappare la regione al centrodestra"

Zinga non si ricandida. Ma la sinistra già prepara la legge per blindare la regione

Il governatore del Lazio, Nicola Zingaretti, non si ricandiderà nel 2023. Lo ha annunciato lui stesso martedì alla presentazione del primo rapporto regionale sulle differenze di genere nella salute all'Ospedale San Giovanni Addolorata di Roma. Ma il centrosinistra non ha nessuna intenzione di lasciare la Regione che dal 2013 è guidata dall’ex segretario Dem. E proprio a "blindare" la Pisana, secondo i consiglieri di opposizione, servirebbe la proposta di legge elettorale presentata la scorsa settimana dal consigliere di +Europa-Radicali, Alessandro Capriccioli, e già approdata nelle commissioni I, IV e IX del Consiglio regionale.

L’iniziativa, ha detto il promotore in un’intervista all’agenzia Dire, nasce per dare una risposta alla "crisi di credibilità della politica e all'aumento dell'astensione". "Per aprirsi alla società e fare dialogare la politica con i territori – ha spiegato Capriccioli - è necessario presentare candidati in grado di esprimere il consenso della maggioranza di un collegio". La soluzione, quindi, sarebbe una legge elettorale maggioritaria con collegi uninominali per eleggere il governatore e 32 consiglieri, e proporzionale con le preferenze per i restanti 18. Il trucco, secondo il centrodestra, starebbe però nel meccanismo del doppio turno pensato per l’elezione del presidente.

"Se nessuno dei candidati raggiunge il 50 per cento – si legge ancora nell’intervista del consigliere di +Europa - si procede la settimana successiva col ballottaggio tra i primi due che hanno ricevuto maggiore consenso". Lo scenario che potrebbe delinearsi, quindi, sarebbe quello "romano", dove al ballottaggio tutte le forze del cosiddetto "campo largo" si sono compattate per sostenere il candidato di centrosinistra Roberto Gualtieri. Se, quindi, come è probabile, le regionali venissero accorpate alle politiche, e la coalizione composta da Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia, in vantaggio da mesi nei sondaggi, raggiungesse un buon risultato sulla scia del voto nazionale, il secondo turno potrebbe rimettere tutto in gioco.

"Il doppio turno consentirebbe alla sinistra di lasciare aperto ogni spazio di futura alleanza anche con altre forze politiche fino al turno di ballottaggio: tutti insieme pur di non far vincere il centrodestra", attacca Laura Corrotti, consigliera regionale di Fratelli d’Italia. L’esponente del partito di Giorgia Meloni, sentita dal Giornale.it accusa il Pd di aver voluto "bocciare le primarie di coalizione esprimendo preferenza per un candidato scelto dall’alto, strizzando così l’occhio al M5S" e "di voler modificare la legge vigente in nome della governabilità, sapendo che gli attuali sondaggi la vedrebbero perdente in un turno unico, evocando un secondo turno che magari, come successo a Roma, potrebbe darle qualche possibilità di spuntarla".

"Manca poco meno di un anno al voto – conclude Corrotti - e Zingaretti vuole cambiare le regole piegandole ai propri interessi. Hanno davvero così paura di perdere?". Il promotore della proposta di legge non si sbilancia sulla tempistica. Ma ci tiene a sottolineare che "è urgente iniziare un dibattito sulla crisi della democrazia". "Teoricamente – specifica - i tempi per approvare la legge ci sarebbero". Intanto la direzione regionale del Pd, con il segretario Bruno Astorre, è al lavoro per "costruire il tavolo della coalizione che si presenterà alle prossime regionali". Il progetto parte dalla maggioranza attuale che dovrebbe essere allargata "a tutte le realtà politiche e civili che vorranno condividere il percorso".

Se a Roma Dem e grillini sono ai ferri corti per il progetto del termovalorizzatore, l’assessora alla Transizione Ecologica Roberta Lombardi usa come al solito toni concilianti: "Per le regionali vorrei iniziare a parlare di programma con i colleghi del centrosinistra, non solo con il Partito Democratico ma con tutte le forze con cui ci siamo confrontati in questi mesi. C'è un tavolo politico molto fertile con progetti e visione per questa regione".

L’obiettivo del Pd è quello di mettere assieme pentastellati, renziani, calendiani e verdi. Ma trovare una sintesi sarà complicato. Ed ecco allora che entra in gioco il doppio turno che renderebbe più facile, in primis a Dem e grillini, "compattarsi" contro un "nemico" comune.

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