Zodiac-Mostro, le mosse di Procura e Ros

Nel mirino degli inquirenti la deposizione di Bevilacqua al processo Pacciani

Zodiac-Mostro, le mosse di Procura e Ros

Firenze - Il pm Luca Turco, gli agenti del Ros e la polizia giudiziaria della Procura di Firenze stanno verificando le rivelazioni del Giornale sulle responsabilità di Giuseppe Bevilacqua negli omicidi attribuiti al Mostro di Firenze. Bevilacqua, oggi ottantaduenne, è stato direttore del Cimitero Americano di Firenze e agente della Criminal Investigation Division dell’esercito degli Stati Uniti. Di recente, ha ritrattato le sue ammissioni relative ai crimini del Mostro e del serial killer americano Zodiac.

«AVEVO UN REVOLVER»
Bevilacqua testimoniò al processo Pacciani il 6 giugno 1994. Risulta l'unico testimone oculare ad aver visto ancora in vita, nei pressi della piazzola dove sarebbero poi stati uccisi fra il 6 e l’8 settembre 1985, le presunte ultime vittime del Mostro, i francesi Jean-Michel Kraveichvili e Nadine Mauriot. Bevilacqua all’epoca abitava a 300 metri dal luogo del delitto e, al contrario di quanto testimoniò al processo, aveva una pistola. In base agli scontrini rinvenuti fra gli effetti personali delle vittime e al lavoro svolto dal documentarista Paolo Cochi, suffragato da esperti entomologi, il lasso temporale in cui Bevilacqua avrebbe visto una delle vittime, Nadine, prendere il sole con un «bikini nero» prima di essere uccisa è di poche ore. Nello stesso arco di tempo lei e Jean Michel sono stati sicuramente osservati dal Mostro.

SEGNALAZIONI NEGLI STATI UNITI
Nei mesi scorsi, il nome di Bevilacqua è stato segnalato agli uffici delle forze dell’ordine americani legati al caso Zodiac, compreso il dipartimento di polizia di Vallejo. Un'agente dell’FBI di San Francisco dovrebbe avere ricevuto nell'agosto 2017 un campione delle impronte di Bevilacqua impresse su una copertina del libro “Zodiac” di Robert Graysmith. Non sarebbero utilizzabili come prova in tribunale, ma nel caso risultassero compatibili con tracce pur minime rilevate su una delle scene del crimine di Zodiac, proverebbero le responsabilità di Bevilacqua.

OSSESSIONATO DALL’ACQUA
Alle ammissioni in seguito ritrattate di Bevilacqua si aggiungono le soluzioni di alcuni testi cifrati e indovinelli che Zodiac inviò al San Francisco Chronicle quarant’anni fa. L’ex investigatore del CID ha confermato una decriptazione e indicato il modo per arrivare alla soluzione di un secondo enigma. Il suo cognome inoltre è compatibile con la “firma” del serial killer americano.
Zodiac doveva avere un profondo legame con l’acqua, secondo Robert Graysmith, autore dell’omonimo best seller sul maniaco di San Francisco. Il serial killer trasse il suo nomignolo dal logo comprensivo di croce celtica di una ditta di orologi waterproof per subacquei e quasi tutte le scene dei suoi crimini richiamano l'acqua: Riverside, Lake Herman, Lake Berryessa, Lake Tahoe.

Nelle sue lettere a cavallo fra gli anni ’60 e ’70, Zodiac alluse all'acqua affibbiando ai nemici l’appellativo di «Blue meannies» (i “cattivi”di Yellow Submarine dei Beatles), descrivendo il suo metodo di sparo tramite un paragone con l’innaffiamento (manovrò la pistola «come se fosse un tubo dell’acqua»), menzionandola fra le sevizie che avrebbe impartito alle sue vittime nell’aldilà («li ascolterò pregare per un bicchiere d'acqua»), concludendo con questa firma: «Sinceramente tuo: si tuffò nell'onda ondosa e un'eco emerse dalla tomba del suicida. Titwillo Titwillo Titwillo». La criptica frase è una strofa dell'opera “Mikado” di W.S. Gilbert e Arthur Sullivan, un annegamento. Perché il serial killer era così ossessionato dall’acqua?

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