Un pomeriggio in compagnia di Canaletto

Nica Fiori

«Pictore de aqua et de Venexia»: è questo l’appellativo di Giovanni Antonio Canal (1697-1768), più noto come Canaletto, nella mostra di Palazzo Venezia (Sala Altoviti; fino al 26 marzo), che ha come sottotitolo «Un Canaletto recuperato dalla Guardia di Finanza». Il dipinto, un olio su tela di cm 85,8 per 135,5, raffigura «Il Canal Grande visto da Palazzo Balbi»: uno scorcio di vita veneziana del Settecento, con il canale solcato dalle consuete gondole, tra ricchi palazzi e il ponte di Rialto sullo sfondo. Si tratta di un’inquadratura rappresentata più volte in tele di diverse misure, da quella monumentale della collezione Liechtenstein, conservata in Ca’ Rezzonico a Venezia, a quella piccola degli Uffizi di Firenze. La luce è quella dorata tipica del tardo pomeriggio, ricorrente in molti paesaggi del grande vedutista veneziano, che gode attualmente di un prestigio internazionale paragonabile a quello degli impressionisti francesi. In realtà già ai suoi tempi la sua pittura era considerata eccezionale e le sue vedute venivano copiate e riprodotte innumerevoli volte. Questo quadro ha una stretta analogia con un altro Canaletto che, presentato recentemente ad un’asta internazionale, ha raggiunto uno dei prezzi più alti della storia delle vendite di opere d’arte. Anche se in questo caso il valore è inferiore (il dipinto potrebbe essere una copia di bottega), l’opera stava per essere immessa nel circuito delle aste internazionali con un intricato sistema di transazioni commerciali fittizie. I protagonisti della vicenda avevano falsamente attestato la provenienza estera dell’opera per poterne ottenere l’autorizzazione alla temporanea importazione e la possibilità di esportarla successivamente, eludendo le procedure di controllo da parte delle autorità che vigilano sul controllo dei beni culturali. I finanzieri hanno ricostruito l’itinerario del dipinto a partire dalla vendita a Londra nel ’92 come opera della bottega di Canaletto, fino al ritrovamento in un laboratorio di restauro a Milano, dove era stata depositata per il restauro della cornice.

Nel 2001 l’opera venne esposta in una mostra a Barcellona e a Madrid, dove è stata catalogata come autentica, e poi nuovamente riportata in Italia da un altro documento di temporanea importazione falso.
Orario: da martedì a domenica 8.30 - 19.

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