Erano già alcuni mesi che non mettevo piede sul monte di Portofino, quello che per me rappresentava la palestra ideale per togliere ruggine agli oramai obsoleti ingranaggi del mio non più giovane corpo. Le giornate trascorse a girovagare su e giù per i tanti suggestivi sentieri che al pari delle vene di una mano attraversano questa oasi di verde che il buon Dio ci ha regalato e la saggezza dell'uomo ha conservato, permettevano di fare il pieno di aria purissima, una vera cura di «ossigenoterapia intensiva» a costo zero. Ma - c'è sempre un ma - accompagnava un rammarico, quello di non trovare un po' d'acqua potabile arrivando alle «Pietre Strette», il crocevia del monte e di non disporre di qualche tavolo con panche tranne qualche rara eccezione per un frugale pic nic. Non che non ce ne fossero in passato pur se in numero esiguo, ma le avversità del tempo e l'inciviltà di alcuni ne avevano fatto piazza pulita di quasi tutte.
Un giorno, incontrando il responsabile operativo del Parco l'agronomo Battolla, un innamorato del suo lavoro che di frequente ne percorreva i sentieri controllando lo stato delle cose, manifestai questo mio disappunto. «Stiamo già provvedendo» mi rispose. Ed ecco la bella sorpresa: ben tre fontanelle di un'ottima acqua nella zona alta del monte, che ne era totalmente priva, ed un apparire in diversi luoghi di una serie nutrita di robusti tavoli corredati ciascuno da coppie di panche, disposti molto intelligentemente in punti strategici, anche panoramici, curandone lo spazio circostante, sfoltendo la vegetazione lì attorno onde godere di splendidi squarci mozzafiato su di un mare bellissimo.
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