Il prefetto è pronto a chiudere lo stadio

Il prefetto è pronto a chiudere lo stadio

La doppia faccia di Marassi è tutta lì, ci sono quelle porte che si aprono (allo stadio) ma si chiudono (per il quartiere). Nello stesso istante. Contemporaneamente. Come prima, anzi più di prima un film già visto. Sarà un altro pomeriggio blindato per gli abitanti della zona, l'ennesimo proprio nel giorno in cui i riflettori di tutta Italia saranno accessi sull'impianto genovese, uno dei pochi a norma nel circuito calcistico. Marassi dunque si prepara al giorno «X», i residenti lo faranno nel solito modo (tutti in casa aspettando novantunesimo e «tempi supplementari» con il deflusso degli spettatori) mentre i tifosi dovranno cambiare le solite abitudini. Primo punto, ci sarà un'operazione più massiccia di prefiltraggio per consentire soltanto ai supporter di accedere allo stadio. Il secondo aspetto è stato annunciato dal questore Salvatore Presenti, infatti da oggi pomeriggio verranno effettuati anche dei controlli più intensi (che saranno fatti a campione) per verificare agli ingressi l'effettiva corrispondenza tra il nome sui biglietti e il documento di identità.
Ma non solo. L'invito che arriva dal prefetto Giuseppe Romano è piuttosto forte, parole chiarissime indirizzate alle tifoserie di Samp e Genoa. «L'agibilità è un bene della città e i tifosi devono poterla mantenere: perché qualora ci dovessero essere manifestazioni di violenza le interpreterò come un'incapacità a mantenere l'agibilità e farò ricorso a tutti gli strumenti che la normativa consente». Un messaggio, quello del prefetto, diretto e preciso. Definisce l'agibilità ottenuta dal Luigi Ferraris «un punto di partenza: non può essere considerato un punto di arrivo, deve essere conservata in ogni appuntamento sportivo». In caso contrario, cosa potrebbe succedere? Il prefetto ha la facoltà di intervenire e sarebbero provvedimenti pesanti. In buona sostanza, se il questore o le altre forze dell'ordine segnalassero un potenziale pericolo nelle 24 ore precedenti alla disputa del match, infatti il prefetto potrebbe decidere di differire l'incontro oppure nei casi più gravi stabilirne la sospensione (non oltre un mese, come spiega la legge). E qualora queste manifestazioni di violenza dovessero danneggiare strutture - come i tornelli - che sono necessarie per l'agibilità dello stadio, inevitabilmente potrebbe venir meno la possibilità di giocare a porte aperte fino al ripristino della situazione. Quindi, un appello nei confronti delle tifoserie rossoblucerchiate per non rompere «un giocatolo che è fragilissimo», e in questa direzione si è inserito il decreto del governo giudicato «severo ma coerente con quanto avvenuto, non possiamo fingere che il 2 febbraio non sia successo niente», ha aggiunto ancora il prefetto.
Intanto, nei prossimi giorni inizieranno i corsi di formazione per gli steward a disposizione di Samp e Genoa, l'obiettivo è quello di concluderli nei prossimi mesi. Una novità importante in vista del prossimo campionato quando l'utilizzo degli steward permetterà di ridurre progressivamente la presenza delle forze dell'ordine all'interno dello stadio. Ma la vigilia della partita è stata scossa da un'altra scritta contro Filippo Raciti, l'ispettore capo di polizia ucciso venerdì scorso negli scontri dopo Catania-Palermo. All'interno della stazione ferroviaria di Quarto, ignoti hanno scritto su un muro con uno spray nero: «Yo Filippo Raciti».

La firma, «Sam», è simile a quella apposta tempo fa dai «writers» ad altre scritte e decorazioni nelle vicinanze. I colpevoli potrebbero essere inchiodati grazie ai filmati della telecamera che si trova nello scalo ferroviario.

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