Silvia Marchetti
da Roma
Tutti dovranno fare dei sacrifici. Mentre la stesura della Finanziaria entra nel vivo, il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi si rivolge agli enti locali, ma in realtà invita tutte le parti in causa alla massima collaborazione. «Sono state esaminate le richieste di Venezia e degli altri Comuni per opere che necessitano di finanziamenti - ha detto il premier intervenendo alla presentazione dei lavori del Mose e affrontando la questione delle risorse destinate alle infrastrutture -. Sappiamo che la coperta è corta. I soldi sono pochi e quindi vanno usati bene». Insomma, il governo cercherà di venire incontro alle richieste di chi in questo momento alza le barricate, ma tutti dovranno fare la loro parte.
Il vertice di maggioranza ha cercato di fare il punto sulla Finanziaria, ma allinterno della Cdl rimangono ancora delle distanze. An è contraria ai tagli alla sanità e si batte per maggiori risorse alla famiglia e alle imprese. «È prevalente intervenire sul cuneo fiscale», ha detto il ministro Alemanno. Contraria la Lega, che intende mantenere il taglio dell'Irap per le piccole e medie imprese. Mentre lUdc, come ribadito da Ivo Tarolli, rimane ferma sulla necessità «di intervenire sulle rendite finanziarie, escludendo i Bot e i Cct». In ogni caso, nella Cdl cè fiducia di chiudere presto la partita. «Si può giungere a un'ottima Finanziaria - sostiene Adolfo Urso (An) - se uniamo la creatività di Tremonti con la capacità di partecipare delle forze politiche».
Ma gran parte di sindacati e opposizione sono già sul piede di guerra e non intendono fare sconti allesecutivo. Per la Cgil e la Cisl lincontro con il governo non ha dato i risultati sperati, mentre la Confindustria e la Confcommercio si mostrano più possibiliste. Ieri il presidente degli industriali, Luca Cordero di Montezemolo, accompagnato dal direttore generale Maurizio Brunetta, ha incontrato a Palazzo Chigi il ministro Tremonti e il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Gianni Letta. Una visita lampo che molto probabilmente è servita a fare il punto sulla legge finanziaria. Per il momento, gli industriali preferiscono mantenere un low profile in attesa di vedere il testo finale, tutto sommato disponibili alleventuale «scambio» taglio dellIrap-riduzione del cuneo fiscale. «Noi siamo in silenzio stampa - afferma Montezemolo -. Parleremo quando avremo un quadro più preciso, perché altrimenti si parla di cose che non si conoscono a fondo». Un silenzio «non polemico, ma speranzoso di una Finanziaria responsabile».
I sindacati confederali hanno invece già promesso un inverno di mobilitazione. «Di fronte a una manovra che non sostiene la crescita e non affronta i problemi del Paese - avverte Guglielmo Epifani (Cgil) - protesteremo con la forza necessaria». Mentre il collega Carlo Podda propone addirittura lo sciopero generale. I capitoli scottanti sono pensioni, ammortizzatori sociali, risorse destinate agli enti locali e investimenti per lo sviluppo. Anche la Cisl condivide la mobilitazione, mentre la Uil preferisce prima vedere il testo, nonostante Adriano Musi lamenti «lassenza di contenuti». Per la Ugl, si tratta di «una Finanziaria che dimentica il Mezzogiorno e illude le famiglie con improbabili deduzioni fiscali».
Molto critica lopposizione sulla manovra targata Tremonti. «Ancora una volta è una Finanziaria fatta di una tantum e soprattutto di tagli agli enti locali», attacca il segretario dei Ds Piero Fassino. I Ds si batteranno affinché «Comuni, Province e Regioni abbiano le risorse necessarie a tenere aperti i servizi essenziali per le famiglie». Ma Fassino si spinge oltre e attacca lintervento del premier in Parlamento sulla Finanziaria: «Era imbarazzante: sembrava un piazzista di profumi che cercava di vendere una partita avariata».
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