Ad Antonellina l’ha detto subito: «Non pensare di dominare il Festival, saresti una pazza. Fatti trascinare». Ha avuto sorprendentemente ragione.
In apertura ci ha piazzato Bonolis perché Sanremo è un negozio che ogni anno cambia gestione, con il nuovo proprietario che deve convincere i clienti di potersi fidare e se è il vecchio gestore a dire «questo non vi dà fregature» è meglio. Ha avuto banalmente ragione. Costanzo l’ha portato per la prima volta sul palco dell’Ariston a settant’anni. L’ha riportato in Rai dopo ventisei, gli ha fatto avere un programma dentro al Festival, uno a notte fonda, uno alle 14.10 (parte domani), tutti i giorni su Raiuno. Bontà sua. Ha avuto genialmente ragione.
Tony Maiello, il vincitore della categoria Giovani, ha trionfato, è salito sul palco e, tra gli altri, chi ha ringraziato? Lui.
Sanremo 2010, l’ha vinto Lucio Presta. Ruvido, selvatico, gigantesco, affettuosissimo. Tecnicamente non bello, ma alle donne muove sangue. Tanto che, dopo un fidanzamento lunghissimo, si è sposato Paola Perego. Due temporeggiatori che si amano da dieci anni e che ora vivono in due appartamenti sullo stesso pianerottolo: due figli di lei, due figli di lui, due cani che si odiano, una tata. Sette camere e sette bagni. D’altra parte, nel 2007, Presta dichiarava di essere un buon contribuente del fisco: un milione 330mila euro.
Chi è Presta? Presta è l’agente, tra gli altri, di Antonella Clerici, Paolo Bonolis, Roberto Benigni (e tutto il suo Inferno), Paola Perego, Mara Venier, Maurizio Costanzo, Amadeus, Federica Panicucci e Lorella Cuccarini (ieri all’Ariston). Ma non è solo un agente. O meglio, è l’ultimo agente rimasto nel senso stretto del termine. Si occupa dei suoi artisti, dei programmi, degli orari di messa in onda, delle contro programmazioni sulle altre reti, del target, dell’impaginazione degli spot. Invita quelli della sua scuderia a disertare festicciole, paparazzate, scandali senza stile. Perché sa preoccuparsi anche di ciò che non è successo. E infatti...
Presta arriva, ma mai per scorciatoie. Le cose che si sanno di lui, non a caso, sono poche e sempre le stesse: il collegio dai salesiani per punizione paterna, una breve parentesi da ballerino quando pesava 64 chili (è alto un metro e ottantaquattro), poi il cameriere e l’operatore turistico (così recita ancora la sua carta d’identità), il porto d’armi (è stato aggredito due volte sotto casa, quando abitava al Nuovo Salario). E il famoso litigio con Massimo Giletti, compreso quello «sputo in tournée» di cui si è tanto parlato «in un’intervista Giletti ha dichiarato che gli ho sputato in faccia, in un’altra sulle gambe, in un’altra ancora sulle spalle...». Tutto folclore di cui, siamo certi, farebbe volentieri a meno.
È schivo, silenzioso, pragmatico. Ora di chili ne pesa cento. Ovviamente cucina e ovviamente cucina la carbonara. Non perde mai tempo a riflettere su come comportarsi davanti alle piccole biforcazioni morali con cui la vita ti fa lo sgambetto. Lui agisce e basta. Nell’unico modo possibile. Fa quel che può, poi accada quel che deve. Presta non tentenna, non abita l’indecisione. Presta è un unico blocco e non d’argilla.
Non è mai minato da umorali intermittenze (ci sono già le star per questo), ha, come si dice, una sola parola. Le persone le riconosce dall’odore. Le vede, le svede e non le vuole rivedere mai più. Guai a chi si fa beccare da Presta in flagrante malafede. Però se adotta qualcuno è fatta. È capace di grandi affetti e di eterne gratitudini, come per il suo ex socio, Vincenzo Ratti, scomparso nel 1999, da cui ha ereditato Benigni. Però era stato Presta, per primo, a fare un favore a Ratti, convincendo Heater Parisi a tornare nella sua scuderia. Anche se lui i favori non li fa perché gli vengano restituiti. Un potente che non se la tira da potente. Respingente e accogliente al punto giusto, nei momenti giusti, con le persone giuste. Se in giro c’è Presta, hai la sensazione che nessuno oserà rimuoverti la macchina, calpestarti inavvertitamente un piede, osare rispondere «no» a una qualsiasi delle tue richieste. Presta è uno che ti fa uscire asciutto dall’acqua, abituato com’è ad accudire i suoi illustri assistiti. Complice una fisicità prepotente, e i lineamenti ridisegnati dal carattere. Sembra la réclame del maschio. Si muove tra le scrivanie dei dirigenti Rai e Mediaset ma hai la sensazione che potrebbe tornarti utile anche nei vicoli del Bronx. A cinquant’anni, è un uomo a cui gli anni hanno fatto più bene che male. Sa che l’occhio invidioso sciupa e se ne sta per i fatti suoi.
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