«Presto in cella gli ultimi due superlatitanti»

Ecco il testo integrale dell’intervento del ministro Maroni ieri sera a «Vieni via con me».
Le mafie si combattono dando la caccia ai superlatitanti. In questi due anni magistratura e forze dell’ordine, a cui va il mio plauso e il mio ringraziamento, hanno agito senza sosta e con indubitabili successi. Giuseppe Setola, Giovanni Strangio, Antonio Pelle, Mimmo Raccuglia, Antonino Iovine, catturato la scorsa settimana, sono solo alcuni dei 28 superboss presi e messi al carcere duro. Ne mancano solo due: Michele Zagaria e Matteo Messina Denaro, ma il cerchio si stringe anche attorno a loro. Le mafie si combattono sequestrando ai mafiosi il frutto dei loro traffici illeciti. Grandi risultati anche qui con le nuove norme del pacchetto sicurezza e un’intensità mai registrata prima. Da oltre due anni colpiamo la criminalità organizzata al cuore del suo impero economico, soprattutto al Nord, sequestrando e confiscando patrimoni immensi e finora non toccati, per restituirli alla comunità degli onesti. Oltre 35mila beni tra case, palazzi, terreni, aziende per un valore di 18 miliardi di euro. Un risultato che non ha precedenti. Le mafie si combattono contrastando il loro insediamento territoriale. La ’ndrangheta è presente al Nord da almeno tre decenni, non è una novità. Impedire l’aggressione della criminalità all’economia sana è la sfida epocale che stiamo affrontando. La recente approvazione in Parlamento all’unanimità del piano straordinario contro le mafie è un’ottima notizia. Esso prevede molte misure innovative per colpire gli interessi mafiosi, in primo luogo la tracciabilità dei pagamenti per tutti gli appalti pubblici. Già, gli appalti, terreno d’incontro spesso tra pubblica amministrazione e malaffare. Le mafie si combattono rendendo le istituzioni locali impermeabili alla lusinga degli arricchimenti facili. E a questo proposito è stato affermato che la ’ndrangheta al Nord interloquisce con la Lega. È un’affermazione ingiusta e offensiva per i tanti che come me da sempre contrastano ogni forma di illegalità. È soprattutto smentita, quest’affermazione, dalle recenti operazioni fatte in Lombardia contro la ’ndrangheta, «Cerberus», «Parco Sud», «Crimine, «Infinito» che hanno portato al coinvolgimento e perfino all’arresto di esponenti politici di altri partiti, ma non della Lega. Mi chiedo allora perché indicare proprio e solo la Lega. Infine, le mafie si combattono eliminando gli storici squilibri strutturali tra Nord e Sud, come ha detto poco fa Saviano. Dopo tanti inutili interventi statali che hanno sperperato interi patrimoni, bisogna cambiare le regole che governano la spesa pubblica e gli investimenti sui territori. I meccanismi ci sono, sono quelli propri dei moderni sistemi federali.

L’aveva già intuito, con sorprendente lucidità, un grande meridionalista, Gaetano Salvemini: «Il federalismo è l’unica via per la soluzione della questione meridionale», scrisse Salvemini in un saggio. E concluse: «Date all’Italia meridionale una costituzione federale». Battere le mafie oggi in Italia passa anche da qui.

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