Presto una valvola cardiaca da applicare a torace chiuso

Ignazio Mormino

Sta per essere realizzata in Italia una valvola «percutanea» che rappresenterà un’autentica rivoluzione nel delicato settore della cardiochirurgia. Lo ha comunicato l’ingegner Francesco Vallona, durante le celebrazioni del cinquantesimo anno di attività di Sorin, un’azienda italiana leader mondiale nelle tecnologie cardiochirurgiche. La grande innovazione tecnologica sta nel fatto che la nuova valvola verrà inserita senza aprire il torace e senza fermare il cuore. Un catetere la posizionerà attraverso un accesso mini-invasivo. La valvola si dilaterà come una molla, ancorandosi alle pareti della radice aortica. Questa elasticità permetterà di risparmiare i tempi di sutura e di evitare la circolazione extracorporea.
Il professor Ottavio Alfieri, cattedratico di cardiochirurgia nell’Università Vita-Salute di Milano, ha sottolineato i vantaggi della nuova tecnologia, che «permetterà di effettuare interventi sul cuore sempre meno invasivi, curando anche quei pazienti che non possono essere sottoposti alla cardiochirurgia tradizionale».Un grande clinico, il professor Mario Condorelli dell’Università di Napoli, ha elogiato l’attività di ricerca come «motore fondamentale del progresso scientifico», sollecitando la formazione di un pool europeo che possa competere con i colossi americani e giapponesi. Il professor Umberto Rosa, che è stato tra i fondatori di Sorin, ha ripercorso le tappe che portarono questo gruppo dalla produzione di energia a base nucleare allo sviluppo biomedicale, con una sempre maggiore affermazione. «Dal 1977 ad oggi», ha detto «questa azienda ha prodotto oltre un milione di valvole cardiache, che sono state impiantate, senza complicazioni, in pazienti di tutto il mondo».

E l’amministratore delegato Drago Cerchiari ha illustrato i vantaggi d’una stretta collaborazione tra produzione e ricerca. Sorin opera in ottanta Paesi con cinquemila dipendenti ed attraverso i suoi marchi rifornisce migliaia di strutture ospedaliere, pubbliche e private. Nello stabilimento piemontese di Saluggia lavorano 1.200 persone.

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