Preziosi, Fabiani e Perotti tutti «controllati» da Moggi

Ma il patron rossoblù replica: «La nostra non è una società satellite»

Paola Balsomini

Direttori generali, ma anche società di calcio e presidenti. Dopo il caso dei giocatori comprati e venduti sull'asse Juventus-Como-Genoa, adesso il nome del club di Enrico Preziosi spunta anche nell'informativa dei carabinieri dedicata all'egemonia sul mercato della Gea, la società di procuratori che faceva capo ad Alessandro Moggi, figlio dell'ex direttore generale della Juventus, Luciano. Ieri è stato diramato un elenco ufficiale in cui si leggono nomi e cognomi, oltre a club di serie A, B e C che sarebbero stati «controllati» dalla stessa società di procuratori. E sono ben 31 i nomi che compaiono nell'informativa che porta l'intestazione «Presidenti, direttori, generali sportivi, amministratori delegati, dirigenti». In questo elenco spicca proprio il nome del patron rossoblù che si ribella a questa nuova accusa: «Il Genoa non è società satellite di nessuno - spiega Preziosi - è più di un anno che se non sento Moggi al telefono e le intercettazioni lo possono dimostrare. L'unico scambio che ho fatto con loro, a parte i giovani, è stato Nocerino».
Poi c'è tutta una lunga lista di numeri uno di club, a cominciare dal presidente del Siena De Luca, per arrivare al patron del Livorno Aldo Spinelli e Lillo Foti, della Reggina. «La Gea - scrivono i carabinieri nell'informativa che è destinata a sconvolgere ancora di più il mondo del calcio - oltre ad operare da una posizione dominante per il potere commerciale che deriva dal suo parco calciatori e allenatori, esercita un'attività di controllo del mercato nel suo insieme e in particolare anche nei confronti delle società sportive, non solo attraverso la gestione di calciatori ed allenatori, ma anche attraverso i dirigenti delle stesse società». Secondo il rapporto dei carabinieri è inoltre evidente che «oltre al Messina, la Gea, sotto la costante ed attenta guida di Luciano Moggi, ha interessi diretti nelle seguenti società: Chievo, Livorno, Reggina, Siena in serie A; Bari, Genoa, Pescara, Ternana e Treviso, in serie B; Avellino e Reggina in serie C1». I carabinieri stanno indagando sulla stagione '04-'05, quando cioè il Grifone si trovava in serie B, ed è per questo che il club rossoblù viene inserito ancora nella cadetteria. In realtà a lato pratico il Genoa proprio alla fine della stagione venne spedito in serie C dopo il caso della partita con il Venezia e Preziosi sostituì lo squalificato Stefano Capozucca con Angelo Fabiani, altro nome che spunta nell'informativa, insieme a personaggi illustri del mondo del calcio: «Daniele Pradè, ds della Roma, Giorgio Perinetti (Siena), Attilio Perotti (ex allenatore del Livorno di Spinelli all'epoca dell'informativa), Enrico Preziosi (Genoa), Fabrizio Lucchesi (Fiorentina), Gabriele Martino (Lazio), Luigi Pavarese (Avellino), Mariano Fabiani (Messina), Nicola Salerno (Cagliari)». Fabiani però è arrivato al Genoa solo nell'ultima stagione, in un arco del campionato in cui la magistratura ha già fatto sapere di non stare indagando; stessa cosa per Attilio Perotti, ingaggiato da Preziosi per sostituire Vavassori. L'altra società nel mirino è il Siena che si era affidata a Gigi De Canio, anche lui transitato da Genova; ma non sempre gli allenatori affiliati alla Gea corrispondono ad una società coinvolta negli scandali: basti pensare che il Palermo dovrebbe puntare su Guidolin (scelto da Preziosi per la A «Mi è sempre piaciuto», ha precisato il Joker) ma Zamparini è stato il primo baluardo anti Gea. Così come il Grifone era stato affidato a Cosmi, da sempre allergico ai procuratori. Anche Spinelli non ci sta: «Ci gestiamo da soli, sono nel calcio da vent'anni non ho mai avuto bisogno di nessuno. Con la Juve ho buoni rapporti, come tutti». L'indagine intanto non si ferma e proprio in queste ore si stanno passando al setaccio tutti i documenti della Gea.
Già ieri il Genoa era finito, per una vecchia storia, sull'asse Juventus-Moggi. Vecchia storia perché in questo caso si parlava di alcune operazioni: Perderzoli-Piccolo, nella compravendita Como-Juventus, e Volpe e Criscito sull'asse Genoa e società bianconera. Le operazioni Pederzoli-Piccolo vennero eseguite nel luglio del 2003 e il contratto consegnato a Milano fu eseguito dall'allora segretario della Juve, Davide Scapini, altro ex genoano: «Il Genoa - spiega Scapini - non rischia nulla. Lo scambio tra i club di Perderzoli e Piccolo era un'operazione chiarita dallo stesso Preziosi, che ha chiuso l'istanza versando alcuni milioni di euro».


Nel frattempo sarà trasferito proprio alla Corte d'appello di Genova, con le funzioni di consigliere, il procuratore di Pinerolo, Giuseppe Marabotto, che in un'intercettazione disposta dalla Procura di Napoli chiedeva a Luciano Moggi presunti aiuti per un' ispezione ordinata dall'allora ministro Castelli.

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