Il «primato» di Cambiaso insidiato da Rosso e Musso

Il «primato» di Cambiaso  insidiato da Rosso e Musso

(...) E mentre nei palazzi (o negli scantinati...) della politica ufficiale prosegue il dibattito al vetriolo uno contro tutti, tutti contro uno e persino tutti contro tutti, i nostri lettori ritagliano giudiziosamente il tagliando, lo infilano in una busta affrancata e lo spediscono alla nostra redazione. Oppure - sono molti i casi di questo genere - sempre i nostri lettori si mettono in marcia alla volta di viale Brigata Bisagno 2/9, 3° piano, scala sinistra, per consegnare direttamente l’espressione della loro scelta. Che significa, innanzi tutto: passione civile, partecipazione sincera alla «cosa pubblica», amore per la propria città che dev’essere ben governata, e infine - ci sia consentito - significa anche affetto e considerazione per queste pagine e per le istanze che, attraverso queste pagine, vengono rivolte quotidianamente ai rappresentanti dei cittadini nelle istituzioni. D’accordo, lo ha detto e ripetuto il caporedattore Massimiliano Lussana: «Si tratta di un gioco, nessuno ha la pretesa di indire le primarie formali per il sindaco che dovrà succedere, si spera, a Marta Vincenzi». In realtà - le centinaia di tagliandi già ricevuti lo dimostra! - la famiglia dei nostri lettori ha preso il «gioco» molto sul serio.
Il flusso di segnalazioni continua con sempre maggior vigore. E, per il momento, gratifica ancora Andrea Cambiaso, 152 voti, che dopo l’exploit dei 146 tagliandi arrivati in blocco, prende fiato e si vede insidiare dalla rincorsa del capogruppo del Pdl in consiglio regionale Matteo Rosso (120 consensi) e del senatore Enrico Musso, (106 tagliandi, quasi tutti portati uno per uno dai lettori in redazione), attualmente unico candidato «in pectore» del centrodestra per Palazzo Tursi. Significativa, comunque, la rimonta dell’onorevole Roberto Cassinelli, Popolo della libertà, che dopo un avvio in sordina conquista il quarto posto in graduatoria con 35 indicazioni. Più staccati gli altri votati, che però sono scesi in campo più di recente: il regista Sergio Maifredi incassa 7 voti, l’ex consigliere regionale del Pdl Gianni Plinio ne prende 6, testa a testa con l’avvocato Ferruccio Barnaba. Seguono, nell’ordine, Pierluigi Vinai, presidente della Carta dei Valori del Pdl e vicepresidente della Fondazione Carige, e Edoardo Rixi, consigliere regionale del Carroccio, con 5 voti, e Raffaella Della Bianca, consigliere regionale del Pdl, con 3. Assoluta parità, invece, nel derby rossoblucerchiato dei presidenti: Riccardo Garrone e Enrico Preziosi mettono in cambusa 2 voti a testa. Particolarmente lunga la fila degli «emergenti» che partono da 1 voto, ma promettono di non «restare al palo»: il principe Cesare Castelbarco Albani, imprenditore, esponente del mondo della finanza e dello shipping; Francesco Bruzzone, segretario regionale della Lega Nord; Bartolomeo Panno, affezionato lettore del Giornale; Renata Oliveri, consigliere in Provincia e direttore generale dell’Istituto per la promozione industriale; Claudio Eva, docente, geologo ed esperto di terremoti, già candidato sindaco del centrodestra; Massimo Pernigotti, biasottiano, consigliere di Municipio. Un voto, infine, è andato anche al caporedattore Massimiliano Lussana che già in occasione delle scorse elezioni amministrative era stato sollecitato da numerosi lettori a «entrare in corsa», ma, pur ringraziando, aveva declinato con una motivazione ineccepibile: «Sono e voglio restare giornalista».


Una curiosità dell’ultima ora è l’arrivo di 5 schede «bianche», regolarmente inviate senza espressione di voto, in originale ritagliato dalla pagina del Giornale (come per tutti gli altri tagliandi presi in considerazione che escludono fac-simili o fotocopie). Anche questa è prova ulteriore della serietà con cui l’iniziativa è stata presa in considerazione. Dai lettori, s’intende. E dai politici? Chissà.

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