«Pronti a lottare anche al tribunale per i diritti umani»

«Sono stupito dall’atteggiamento che alcuni ministri del governo Prodi stanno tenendo verso questa vicenda: ci sono problemi che vanno comunque posti, diritti che vanno affermati». Mario Segni, docente di diritto civile a Sassari ed ex parlamentare impegnato nelle grandi battaglie referendarie degli anni ’90, si schiera a sostegno della famiglia di Genova in lotta con le autorità bielorusse. E si dice pronto a sostenere una battaglia più ampia, contemplando anche il ricorso al tribunale dei Diritti umani di Strasburgo, per impedire che la bimba torni in mano a chi non ha saputo difenderla dagli abusi. «Capisco la delicatezza verso i rapporti con la Bielorussia - spiega Segni - ma agire è doveroso, qui si tratta di salvaguardare un diritto della bambina che non può essere accantonato». L’ex parlamentare ribatte anche a chi teme che lo scontro finisca per danneggiare la posizione degli altri bambini e delle famiglie che li ospitano in Italia.

«Certo bisogna essere prudenti e in un primo tempo non si possono escludere ripercussioni - incalza Segni - ma io credo che, se si amplia la battaglia, coinvolgendo altri gli Paesi europei che non possono essere insensibili a questi temi, alla fine si possono ottenere risultati positivi che possono estendersi oltre il caso singolo».

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