Da domani a mercoledì in val Pusteria, a Sesto non lontano da Bolzano, oltre 400 ortopedici partecipano al XVI congresso nazionale del Club italiano dell'osteosintesi. Tema dell'incontro: le protesi su fratture e le fratture su protesi dell'arto inferiore. Si analizzano i casi complessi, i più difficili da trattare. Negli ultimi dieci anni l'ortopedia e la traumatologia hanno compiuto grandi progressi. Nuovi materiali, strumenti tecnologicamente avanzati, l'aumento delle conoscenze scientifiche e della professionalità dei chirurghi ortopedici, hanno consentito di migliorare efficacemente le soluzioni terapeutiche disponibili per combattere l'immobilità ed il dolore. Anche ai grandi anziani, dopo i 75-80 anni, s impiantano nuove protesi che consentono il ritorno alla mobilità e sconfiggono il dolore. L'anestesia, più affinata, ha inoltreridotto i rischi dell'intervento.
Con la fissazione si rendono solidali due frammenti ossei normalmente mobili in seguito a fratture, pseudoartrosi, osteotomie. Questo processo (osteosintesi) impiega viti, chiodi, fili, placche semplici e a compressione, di varie leghe metalliche assolutamente inossidabili, resistenti e ben tollerate dall'organismo. Tali mezzi di sintesi vengono a volte lasciati in sede, oppure sono rimossi chirurgicamente qualche tempo dopo la formazione del callo osseo e a guarigione raggiunta. Presidenti del congresso in Val Pusteria sono il professor Dario Perugia del dipartimento di ortopedia e traumatologia della II facoltà di medicina dell'università La Sapienza di Roma, e il dottor Pietro Maniscalco, direttore del reparto di ortopedia e traumatologia dell'ospedale Guglielmo da Saliceto di Piacenza, una moderna struttura fondata da papa Sisto IV nel 1472. Tra i presenti a Sesto Pusteria, Marco D'Imporzano, direttore scientifico dell'Istituto ortopedico Gaetano Pini di Milano e presidente della Società italiana di ortopedia e traumatologia, oltre che socio fondatore e presidente dell'Associazione Italiana di riprotesizzazione (AIR) e del Club Italiano di Osteosintesi (CIO).
«Il tema del congresso - afferma il dottor Maniscalco - è molto attuale. Prende infatti in considerazione le fratture del femore e del ginocchio che vengono trattate con delle protesi e quelle che si verificano dove è già presente una protesi. Questo tipo di fratture è in costante aumento per letà media della popolazione e per la crescente domanda di funzionalità. In base alla tipologia della frattura e alle condizioni del paziente, il chirurgo decide quando ricorrere allimpianto di una nuova protesi.Il congresso è caratterizzato da tre sessioni speciali: la prima dedicata ai medici specializzandi, una seconda sui problemi dei grandi anziani, organizzata dalla Associazione italiana traumatologia e ortopedia geriatrica ed una terza, della Società italiana di fissazione esterna sulle fratture articolari nellarto inferiore e susperiore». Una tavola rotonda organizzata dalla Società degli anestesisti affronterà con gli ortopedici, i problemi dellanestesia nei pazienti con fratture complesse.
«Le nuove frontiere dellortopedia - ricorda il professor Dario Perugia - puntano a nuove protesi sempre più efficienti e durature, grazie allimpiego delle biotecnologie e dellingegneria tissutale. I fattori di crescita si stanno diffondendo soprattutto nelle patologie articolari».
In Italia lortopedia ha raggiunto livelli di eccellenza ed i nostri Centri ad alta specializzazione sono comparabili ai migliori europei. La ricerca di nuovi materiali e di device più efficaci progredisce grazie ad un costante interscambio di conoscenza. Numerosi gli ortopedici europei che trascorrono lunghi periodi nei più qualificati Centri statunitensi.
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