Con un "pugno" di idee, la tv può aiutare i libri

Con un "pugno" di idee, la tv può aiutare i libri

Chi sta uccidendo le (piccole) librerie in Italia? Un tempo si imputava la colpa alla televisione, oggi il mandante sarebbe Jeff Bezos e il suo colosso Amazon, dove peraltro trovi di tutto e te lo recapitano a casa nel giro di pochi giorni, se non ore. Come si fa dunque a competere con il web? Competenza, professionalità, accoglienza soprattutto, che le librerie siano luoghi piacevoli da frequentare e non ammuffiti circoli di resistenti offesi col triste destino che li vede destinati a estinguersi.

Nella partita «salviamo le librerie» anche la tv può fare la sua parte. Che poi con la moltiplicazione di canali e network l'offerta culturale si è comunque moltiplicata, pur confondendosi con l'intrattenimento. Eccoci dunque a parlare di un programma che, zitto zitto, è arrivato alla ventunesima edizione. Per un pugno di libri, trasmesso il sabato pomeriggio su Rai3, è organizzato come un quiz per misurare la preparazione letteraria dei nostri liceali che, a dispetto delle frasi fatte e delle generalizzazioni, sembrano conoscere e amare scrittori e libri, non solo quelli imposti dal programma ministeriale.

Meno di un'oretta che scorre via tranquilla e sa davvero di antico, come le giacche lunghe del prof Piero Dorfles, sempre arguto e simpatico, un'immagine d'altri tempi insomma cui concorre la grafica anni Settanta di intermezzi, siparietti, sigle animate. Unico elemento di relativa contemporaneità la conduttrice Geppi Cucciari: si è costruita un personaggio non semplice da sostenere perché nonostante dimostri elevate qualità e non banali nel costrutto finisce per soverchiarsi se medesima per via dell'eloquio martellante e petulante. Forse chi scrive per lei potrebbe sforzarsi di reinventarla sfruttandone meglio le caratteristiche.

Per un pugno di libri, comunque, ha sempre avuto ammiratori entusiasti, come la signora Franca Ciampi e certo dalla formula si capisce possa piacere di più agli anziani nonostante sia tarato sui giovani. Rimane questo il tema principale: come avvicinare i ragazzi alla lettura visto che noi adulti siamo un pubblico residuale e ahimè destinato a estinguersi? Per esempio modernizzando almeno un po' la struttura di un programma comunque benemerito, inserendo dei video, qualche testimonial più fresco, togliendo così quell'eccesso di polvere che ai nostalgici ricorderà il maestro Manzi o Febo Conti. Si tratta giusto di piccole osservazioni per rendere il tutto più appetibile: in fondo però potrebbe anche rimanere così.

Lunga vita allora a Per un pugno di libri, agli autori, ai conduttori e soprattutto agli studenti. Che leggano dove vogliono ma leggano, che imparino di cultura in biblioteca, in tv, sullo smartphone ma di essa si nutrino con avidità.

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