«Puntare sulla qualità per vincere nel mondo»

Ambasciatore del made in Italy tra i fornelli. Nella cornice del prossimo appuntamento del Salone del Gusto di Torino (21-15 ottobre), Gusto è una grande occasione per conoscere la più autentica qualità italiana. «La nostra rivista, in allegato a ottobre con il Giornale, in concomitanza della manifestazione torinese, si rivolge agli aristocratici del gusto - afferma l’editrice Maria Elena Golfarelli -; il nostro punto di riferimento resta sempre la storia del prodotto sul territorio, inteso come elemento imprescindibile per la corretta comprensione della creazione di un’identità gastronomica multiforme e variegata come quella italiana. Gusto è la voce di quelle eccellenze enogastronomiche che restituiscono l’immagine di un Paese che funziona. È uno strumento d’informazione che valorizza e tutela le realtà enogastronomiche, patrimonio della nostra cultura, capace di creare sinergie tra industria agroalimentare, addetti ai lavori, visitatori delle maggiori fiere del settore, dal Salone del Gusto, a Cibus, al Vinitaly. In questo momento di gran rilievo per il rilancio del settore, poniamo particolare attenzione alla ricerca di aziende che rispettano la nostra tradizione alimentare, stilando la classifica dei produttori dell'anno, autentico modello della qualità italiana, e interpellando solo quelle realtà che si riconoscono nella cultura del cibo e del vino del nostro Paese. Interventi di Gualtiero Marchesi, Edoardo Raspelli, Gianfranco Vissani ed altre icone della nostra tradizione, conferiscono autorevolezza e prestigio al gusto italiano».
Quando il cibo è cultura e civiltà. Luogo alchemico dell’intelletto. Gusto, attraverso le immagini di Carl Warner, originale mago dei food scapes, paesaggi di cibi, nel prossimo numero, rende omaggio ai grandi mercati testimoni della civiltà del cibo del nostro paese. «La riproposizione e il rilancio della rivista Gusto - spiega la Golfarelli - che nel prossimo numero, proprio attraverso le immagini di Warner, continuano il percorso intrapreso tempo fa, sono nate da una duplice constatazione. La prima, l’interesse sempre crescente verso la cultura del cibo e tutto ciò che essa evoca e rappresenta sull’intero pianeta - dalla produzione al consumo, non solo tra gli “addetti ai lavori” - coinvolgendo popoli e pubblici di lettori. Poi, la constatazione e l’importanza del nesso stretto e peculiare che esiste nel nostro Paese tra cultura alimentare e identità. Quel legame particolare che ci permette di riconoscere nell'italianità una sua costruzione culturale in cui il nutrirsi, il mangiare di gusto, l’apprezzare le armonie e le delizie del palato rientrano a pieno titolo, come “ingredienti” fondamentali, nelle grandi eccellenze e nelle eleganze e raffinatezze culturali del nostro Paese».
Il tema della cultura alimentare in Italia verrà affrontato da Gusto attraverso le parole dei suoi protagonisti. Coloro - di fatto - che hanno dato vita in questi ultimi anni ad un vero e proprio movimento culturale - pensiamo al Salone del Gusto di Torino - ma anche politico, economico e sociale, che intorno al cibo e alle sue problematiche, in un mondo ormai sempre più globalizzato, sono riusciti a coinvolgere l’intero pianeta. Nouvelle vague che ha fatto dell’Italia il suo epicentro culturale. E non sorprende che in Italia, quindi, proprio il settore enogastronomico è tra i più dinamici in termini economici e sociali con elevati tassi di crescita annua.

Un po’ dovunque, lungo lo Stivale, si assiste da anni a un fiorire di associazioni, di nuovi e creativi luoghi di consumo di prodotti alimentari, di iniziative educativo-promozionali che spaziano dalle fiere, ai corsi di cucina e di degustazione. Una miniera da valorizzare.

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