Questanno, come negli ultimi anni, la pubblicazione dei dati Ocse-Pisa dà un quadro impietoso e realistico della situazione della scuola italiana: lItalia è al 33° posto per competenze di lettura, al 36° per cultura scientifica, al 38° per quella matematica, con risultati peggiorati rispetto alle precedenti rilevazioni. Solo i licei e il Nord superano «lesame»: il resto è nebbia. I dati non dicono purtroppo nulla di nuovo, si limitano solo a confermare un peggioramento continuo. Le colpe vengono da lontano: nessuno può essere accusato di essere il «mostro» che ha rovinato la scuola da solo. Daltra parte nessuno può chiamarsi fuori: ci si aspetterebbe un esame di coscienza che porti ad ammettere la necessità impellente di rivoluzionare il nostro sistema educativo. Invece certe reazioni lasciano quanto meno perplessi...
Il ministro Fioroni afferma giustamente: «I dati sulla scuola italiana contenuti nel rapporto Ocse-Pisa 2006 dimostrano che cè unemergenza educativa e di formazione che riguarda tutto il Paese». Ma poi aggiunge che è «segno che qualcosa in passato non ha funzionato». Gli fanno eco Giovanna Capelli (Prc), proclamando che il governo ha preso in mano «la situazione del degrado culturale» e, dallaltro lato della barricata, Paolo Grimoldi (Lega) che fa notare come nel Rapporto venga promossa la Padania. Della situazione sono responsabili solo i governi passati, o comunque, gli «altri»? Nel proporre le soluzioni il ministro poi aggiunge che è necessario «uno sforzo di tutto il sistema Paese che riponga al centro della scuola e della società il merito e che sappia incentivarlo, assieme alle eccellenze, creando in questo modo gli strumenti necessari affinché ogni ragazzo abbia forte la convinzione che in base a ciò che sa può ricoprire qualunque ruolo nella società e che tutto questo non è legato solo a raccomandazioni o santi in paradiso».
*Presidente Fondazione
per la Sussidiarietà
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.