PUR DI VOTARE NO L’OPPOSIZIONE AIUTA LA MAFIA

E così, dopo aver votato contro i terremotati, l’opposizione vota a favore dei mafiosi. Sarà un po’ crudo, messo in questi termini, ma sempre meglio essere crudi che cotti, o meglio: bolliti, come appare la sinistra di questi tempi. Non avendo un’idea, infatti, il Pd vaga fra un Adinolfi e una Serracchiani, cioè vaga nel nulla, cercando di dare un senso alla propria esistenza a suon di no: no ai soldi per l’Abruzzo, no alle norme per la sicurezza. E no anche alle norme contro la mafia.
Nel pacchetto contro la criminalità, che ieri è diventato definitivamente legge, infatti, non sono previsti soltanto il reato di clandestinità e la regolamentazione delle ronde. Ci sono anche alcune norme che inaspriscono le pene per i boss e soprattutto che mirano a spezzare il meccanismo infernale di pizzo e estorsioni. Il ministro Maroni dice che erano le norme studiate dal giudice Falcone. Il sottosegretario Mantovano ricorda che era dal 1992-93, cioè dai tempi delle stragi, che le cosche non subivano un attacco così duro come quello contenuto in questa legge. E la sinistra che fa? Vota contro. Non si inaspriscono le pene ai boss, non si interrompe un’emozione, e nemmeno un’estorsione.
So qual è la facile obiezione: l’opposizione ha votato contro un intero provvedimento, e dunque il no alle norme anti-mafia è solo un danno collaterale. Ma questo, al bar sport di Usmate Velate, si chiama buttare via il bambino con l’acqua sporca. Ammesso che l’acqua sia sporca, peraltro: voglio vederli, ora, i dirigenti del Pd andare a spiegare ai loro sindaci (che da tempo organizzano le ronde) che il pacchetto sicurezza non si può votare perché autorizza le ronde. E voglio vederli andare a spiegare ai loro elettori che il reato di clandestinità è disumano, mentre la paura che attanaglia ogni giorno chi vive nei quartieri periferici delle metropoli è umana, troppo umana.
Ma soprattutto voglio vedere i dirigenti del Pd andare a spiegare ai ragazzi di «Ammazzateci tutti», a quelli delle cene della legalità, ai giovani mobilitati con le sirene dell’antimafia militante, voglio vederli andare a spiegare a tutti costoro che le norme che colpiscono la mafia possono essere abbattute in Parlamento in nome dell’opposizione dura, pura e senza alternative. Perché, alla fine, quello è il vero problema: manca un’alternativa credibile.

Se questa legge non funziona, qual è la controproposta del Pd? Quella di Penati o quella di Rosi Bindi? Che cos’hanno da dire al proposito i vari leader che da settimane si stanno scannando in un interminabile risiko di potere che ha prodotto più comiche che idee? A chi lo chiediamo? A Franceschini, nella speranza che sia documentato sul bigino di Repubblica? Al ventriloquo di D’Alema, Bersani? O alla new entry Debora Serracchiani che dichiara di fare le scelte fondamentali della sua vita politica in base alla simpatia? Per carità, nobile criterio: ma allora, almeno, seguano quello ed evitino di votare provvedimenti che, di fatto, favoriscono persone per nulla simpatiche come i mafiosi. Almeno fino a quando a capo della Cupola non arriverà Topo Gigio.

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