Quadro conteso, prima udienza a 104 anni

Due pretendenti reclamano la stessa tela di Sironi. Il giudice la affida al proprietario originario Poi fissa il processo a fine 2014. Piccolo particolare: uno dei due contendenti ha già 101 anni...

Quadro conteso, prima udienza a 104 anni

Sposarsi in chiesa è un «diritto» solo per chi crede nel «matrimonio cristiano». La chiesa non ammetta coppie alle nozze senza preparazione e senza esaminare i «requisiti». I giudici ecclesiastici non emettano nullità di matrimoni basate solo sulla «constatazione del fallimento». Benedetto XVI tra esigenze pastorali e diritto canonico, nel discorso alla Rota romana, ricevuta in udienza nella sala Clementina in occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario. Forse pensando a tante nozze celebrate in chiesa solo perchè più scenografiche di un matrimonio in comune, e certo avendo presente l’aumento delle sentenze di nullità emesse dai tribunali ecclesiastici, Benedetto XVI ha svolto un ampio discorso sul matrimonio cristiano, ammonendo i tribunali ecclesiastici a trasmettere un «messaggio univoco» su ciò che in esso è essenziale. Non esiste, ha detto, «un matrimonio della vita e un altro del diritto», bensì un solo matrimonio, «vincolo giuridico reale tra l’uomo e la donna, un vincolo su cui poggia l’autentica dinamica coniugale di vita e di amore». Per questo «nessuno può vantare il diritto a una cerimonia nuziale» ma va assicurato il diritto a «celebrare un autentico matrimonio». Benedetto XVI insiste sulla «cura particolare» da porre nella preparazione al matrimonio. Accertare che nulla si opponga «alla valida e lecita celebrazione delle nozze» non è un fatto «formalistico» o «burocratico»: bensì una «occasione pastorale unica» per dialogare con i fidanzati e analizzarne la «vocazione umana e cristiana al matrimonio». Una azione pastorale di questo tipo, a giudizio di papa Ratzinger, aiuta anche la «prevenzione delle nullità matrimoniali».

A quanti nella Chiesa si occupano di questi temi il Papa chiede di «adoperarsi affinch‚ si interrompa, nella misura del possibile, il circolo vizioso che spesso si verifica tra un’ammissione scontata al matrimonio, senza un’adeguata preparazione e un esame serio dei requisiti previsti per la sua celebrazione, e una dichiarazione giudiziaria talvolta altrettanto facile, ma di segno inverso, in cui lo stesso matrimonio viene considerato nullo solamente in base alla costatazione del suo fallimento».

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