Malattie infettive potenzialmente fatali se non adeguatamente trattate, come Hiv, epatite, meningite, scabbia, sifilide e infezioni respiratorie come la tubercolosi; tutto ciò a bordo delle navi delle Ong “Aquarius” e “Vos Prudence”. Durante i numerosi salvataggi in mare, i volontari hanno infatti segnalato casi frequenti di infezioni tra gli imbarcati, tanto che i rapporti del S.A.R. avevano messo chiaramente in guardia dal rischio di possibili contagi durante il viaggio.
Non a caso la Procura di Catania evidenzia nel provvedimento che sono stati rilevati 5.088 casi sanitari a rischio su 21.326 immigrati sbarcati. Il resto della vicenda è ormai noto: gli indumenti indossati dai presunti profughi e i rifiuti sanitari venivano riversati dove capitava nei porti di primo approdo, senza l’adeguato smaltimento, come se si trattasse di normali rifiuti urbani.
E’ così scattata l’operazione denominata “Borderless” che ha portato la Procura di Catania a inserire 24 persone nel registro degli indagati. Le accuse sono pesanti: smaltimento illegale di rifiuti pericolosi e a rischio infettivo.
Trentasette sbarchi effettuati dall'Aquarius, nave gestita dal Medici Senza Frontiere e da Sos Méditerranée, e altri sette della Vos Prudence, sempre di MSF con un bilancio di 24 tonnellate di rifiuti pericolosi e con un margine di risparmio per le Ong di circa 460mila euro.
Insomma, una cospicua parte degli imbarcati sarebbe stata malata; chi ha la memoria lunga non può a questo punto non ricordare le dichiarazioni dell’ex presidente della Camera, Laura Boldrini, che in un’intervista del 2014 sottolineava come si fosse occupata di immigrazioni economiche e forzate (rifugiati e richiedenti asilo) per più di 15 anni e affermava: “Nella mia esperienza ho trovato che i migranti quando arrivano sulle nostre coste sono sfiniti, sono stanchi, con problemi di disidratazione sicuramente per il viaggio, ma sono sani”.
La Boldrini poi aggiunge: “Non mi sento in alcun modo di condividere questa preoccupazione che invece crea allarme sociale e di questo, sinceramente, non abbiamo bisogno”. Per l’ex Presidente della Camera insomma gli imbarcati non stavano male e le preoccupazioni per eventuali contagi non solo non erano condivisibili ma si trattava di allarmismo.
I fatti emersi mostrano però ben altro: le preoccupazioni di allora erano ben più che legittime e ben lontane dall’allarmismo sociale a cui faceva riferimento la Boldrini. Oggi l’allarme è reale e serio.
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