RomaIn principio era Mitterrand. O, meglio, la sua dottrina. Secondo la quale la Francia negava lestradizione a persone condannate, in particolare italiani, ricercati «per atti di natura violenta ma dispirazione politica», diretti contro qualsiasi Stato, ma non la Francia, purché i loro autori avessero rinunciato a ogni violenza politica. Era il 1985. La dichiarazione del capo socialista dellEliseo era solo orale, ma venne sempre presa per buona dalla magistratura transalpina, nonostante i trattati internazionali, che salvò così, oltre a Battisti, anche Toni Negri, Oreste Scalzone, Marina Petrella, Paolo Persichetti, Sergio Tornaghi ed altre stelline minori della galassia brigatista.
Perché Mitterrand scelse di abbassare la saracinesca? Si dice che la decisione seguì i dettami di un gruppo di lavoro - formato da alti ufficiali di polizia, avvocati, magistrati, consiglieri dellEliseo - secondo i quali «non cera conformità» tra legislazione italiana e standard europei. Ma tra gli addetti ai lavori si vocifera dellinfluenza che a riguardo ebbe il conte Alexandre De Marenches, capo dello spionaggio e controspionaggio francese (Sdece) tra il 70 e il 1981, per il quale «in Italia non si deve parlare di strategia della tensione, ma semmai di tensioni tra le correnti dc».
Sia come sia, la «dottrina Mitterrand» prese piede finché, nel 2004, fu il Consiglio di Stato transalpino a negarne ogni validità giuridica. Ma nellintervallo dei 20 anni funzionò da scudo per chi varcava il confine dichiarandosi perseguitato da Roma. Anche con laiuto dei servizi francesi (divenuti nel frattempo Dgse). Che gli 007 dOltralpe siano assai sensibili a quanto avviene in Italia, del resto, è noto: né mancano voci e prove. Già negli anni 70 il giornalista piduista Mino Pecorelli, molto legato ai nostri servizi, segnalava un attivismo marcato e stranamente centrato sulla famosa scuola di lingue «Hyperion» in cui transitavano personaggi a mezza via tra il terrorismo e altri servizi come il Mossad. Ancora lo Sdece fu tirato in ballo nelle indagini su Ali Agca, visto che si disse avesse protetto a lungo e con ostinazione lamico fraterno dellattentatore, Oral Celik. E ancora di servizi segreti francesi si parlò nei fatti di Ustica, sollevando le violente proteste di Parigi.
Logico si sia realizzata qualche frizione tra Italia e Francia nel trovarsi faccia a faccia alla ricerca di contratti o di posizionamenti in altri Paesi, specie quelli che si affacciano sul Mediterraneo. Si mormora ad esempio in queste ore che se davvero fossero stati i servizi di Sarkozy a far volare Battisti a Rio, la mossa sarebbe da far collimare con la volontà espansiva dei francesi in Brasile, dove fino a ieri Roma contava splendidi contatti (una tesi questa, avanzata esplicitamente anche da Francesco Cossiga).
Loro, i francesi, negano comunque qualsiasi coinvolgimento. Dopo la smentita ufficiale dellEliseo, ieri, è stato spedito prontamente a palazzo Chigi Fabien Reynaud, consigliere speciale di Sarkozy per gli Affari europei che, assieme allambasciatore De La Sablière si è speso per assicurare a Gianni Letta la più completa estraneità del governo di Parigi rispetto alla fuga di Battisti. Ma non è detto non esistano schegge impazzite anche oltre i nostri confini. Provarono a far passare per tali - una volta scoperti - gli uomini che colarono a picco la Rainbow Warrior - nave che Greenpeace voleva inviare nellatollo di Mururoa per impedire esperimenti nucleari.
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