da Roma
Sfoggiando tonaca e rosario, fingendosi pellegrini, arrivando al seguito di Solidarnosc, sfruttando parentele e amicizie con alti prelati, seminaristi, studenti in teologia, guardie svizzere. Non si contano i tentativi, riusciti e non, di «infiltrazione» e «arruolamento» nella Santa Sede ad opera dei Servizi dellEst che - stando a un rapporto dellintelligence italiana del luglio 1990 - riescono persino a piazzare più microspie negli appartamenti della Santa Sede. Anche in quello del segretario di Stato, monsignor Agostino Casaroli, dovè di casa Irina Trollerova, agente dei servizi «Stb», prescelta dagli agenti cechi in quanto sposa del nipote del cardinale. Approfittando della parentela, «Lupina» piazza nella parte inferiore della cristalleria della sala da pranzo di Casaroli una statuetta della Madonna (con microspia a batterie) identica a quella da sostituire. Loggetto però va presto in tilt, cosicché la sezione operativa del colonnello Borkovec è costretta a optare per una nuova centralina dascolto piazzata in un rettangolo di legno successivamente sistemato in un armadio del prelato più vicino al Papa.
Nel documentatissimo libro «Vaticano, affare di Stato» (edizioni Koinè) scritto dallex giudice Ferdinando Imposimato, si rivela che il Kgb riesce a penetrare anche nellappartamento privato del Pontefice. La conferma arriva direttamente da monsignor Salerno: «Seppi da Jan Pawloski, genero di una dottoressa legatissima al Pontefice, che aveva scoperto una cosa importantissima. Una microspia in una vecchia radio nella camera da letto del Papa».
Su Casaroli il Kgb non fa mistero di puntare parecchio, tanto che uno dei consiglieri più ascoltati dal cardinale diventa un benedettino, Eugen Brammertz, «un nostro agente infiltrato in Vaticano col nome in codice di Lichtblich - spiega l11 aprile 2005 Markus Wolf, ex direttore dei servizi segreti della Germania dellEst -, era un contatto utile perché, stando alle costole di Casaroli, sapevamo come la Curia intendeva muoversi». Sempre Wolf, il 10 aprile 2005, conferma il documento della Stasi che indica in unaltra loro buona fonte vaticana tale Alfons W., alias «Antonius», portavoce del vescovo cattolico di Treviri, Reinhard Marx: autore di un centinaio di «rapporti informativi» sullattività di Karol Wojtyla, «Antonius» era l«invisibile» in Vaticano su cui i segugi moscoviti della Lubjianka puntavano per il futuro. Non è dato sapere se anche lui rientrasse nelle direttive degli 007 sovietici riportate nellallegato 260 del Rapporto Impedian laddove si dà incarico alla Residentura del Kgb a Roma «di far penetrare agenti in Vaticano», coltivare «lo staff di supporto alle istituzioni religiose», puntare sugli «interpreti» che lavorano «presso la Segreteria di Stato e il Consiglio degli affari pubblici della Chiesa».
Non si sa, poi, se è mai stata davvero smantellata la rete in San Pietro del Servizio polacco «Sb» di cui cè traccia in una corrispondenza del Kgb («i nostri amici dellSb hanno a disposizione agenti in Vaticano che permettono loro di avere accesso diretto al Papa e alla congregazione romana»). Molte chiacchiere, senza riscontri, alimentano in tal senso lallontanamento del cerimoniere, monsignor Krawczyk, dopo lattentato al Papa. Nel 1996 un ex colonnello dello spionaggio di Varsavia ammette lesistenza di un monsignore «amico» che dagli uffici del Palazzo Apostolico recapitava agli 007 del Patto di Varsavia gli stenogrammi dei riservatissimi colloqui papali con capi di Stato e ministri. Il nome del polacco-informatore non si è mai saputo, e mai, forse, si saprà. Quel che è certo è che anche da cardinale Wojtyla è stato seguito dal Kgb che gli ha messo alle costole i «giornalisti-agenti» Petrovich Blyablin e Carl Fisher, incaricati di lavorarsi il suo assistente part time, il padre polacco Andrzey Bandecky, nonché Jozef Tischener, prezioso consigliere.
Nel dossier Mitrokhin, infine, sono svariati i riferimenti a presunte talpe annidate in ambienti religiosi: sacerdoti, funzionari, giornalisti, esponenti dellassociazionismo cattolico, studenti del collegio pontificio Russicum. Anche il Sismi fa la sua parte: si infiltra in Solidarnosc, coopta tre monsignori della Curia, stila rapporti e analisi (rinvenuti nellarchivio del generale Demetrio Cogliandro) sullattività del Santo Padre.
gianmarco.chiocci@ilgiornale.it
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