Quegli irresistibili artisti della risata

Da oggi in edicola con «Il Giornale» Gli allegri vagabondi, il primo di dieci dvd, nel quale i due comici devono scovare una ragazza cui consegnare l’attestato di proprietà di una miniera d’oro

Che coppia, ragazzi. Come Stanlio e Ollio non ce n’è più stata una. Neanche prima, a guardar bene. E dire che presi uno per volta erano due qualunque, due come tanti, o troppi, e oggi sarebbero dimenticati, dimenticatissimi. Invece da generazioni Cric e Croc, come li chiamava l’Italia in camicia nera e anche quella degli anni Cinquanta, continuano ad essere i comici più amati. Perfino più di Charlot, che rispetto a loro ha un difetto insormontabile: era solo. Immenso, ma solo.
Bene fa quindi il Giornale a riproporli in dieci dvd, scelti tra innumerevoli titoli, da Allegri vagabondi a Avventura a Vallechiara, passando per I figli del deserto e Muraglie. Film celebri, almeno per i lettori non più verdi, che però faranno certo sganasciare anche i giovanissimi, pur se disabituati a un umorismo sprovvisto di volgarità. Vero, erano altri tempi, ma se permettete, quei due avevano anche un’altra classe. Oltre a un talento inarrivabile. Fu il produttore Hal Roach a intuire, era il 1927, che due guitti senza futuro, Stan Laurel e Oliver Hardy, insieme sarebbero arrivati in alto, più in alto di tutti. Ma chi diavolo erano? Laurel, al secolo Arthur Stanley Jefferson, nato a Ulvertston, Lancashire, Inghilterra, nel 1890, secondo di due fratelli, era figlio di un impresario teatrale e di un’attrice. Hardy, o meglio Oliver Norvell Hardy, era nato invece ad Harlem, Georgia, America quindi, nel 1892, ultimo di sei fratelli, padre avvocato e madre, dopo la prematura vedovanza, albergatrice.
Dopo varie e poco entusiasmanti esperienze in solitario, dunque, ecco formarsi la strana coppia. Uno magro, remissivo, piagnucoloso; l’altro grasso, presuntuoso, permaloso. Si parla, beninteso, dei personaggi, non delle persone. Impossibile dire chi fosse la spalla: impossibile perché nessuno dei due lo era. Nella vita artistica Oliver era soltanto un attore, Stan invece, pur non figurando mai ufficialmente come regista o sceneggiatore, metteva spesso, e soprattutto volentieri, lo zampino nei copioni: era lui il cervello dei due.
Nella vita privata, cosa rarissima nel cinico mondo dello spettacolo, di ieri come di oggi, i due soci erano amiconi. Hobby? Stan, gli alcolici; Oliver, il golf. Con una passione in comune, le donne, spesso trasformate in mogli: Ollio ne ebbe tre, Stanlio una in più.
Stan Laurel, grande scialacquatore di dollari, in genere, aveva un ingaggio doppio rispetto al risparmioso partner, in compenso pesava la metà (75 chili contro 150). Ma Ollio quella massa di ciccia la distribuiva su un metro e 88, distanziando Stanlio di dieci centimetri. Se Cric aveva una folta chioma di capelli rossi, utilizzata come obbligatorio rifugio di una mano nei momenti di dubbio, Croc aveva deciso di fronteggiare una vistosa calvizie con un riportino dalla frangetta finale, pendant perfetto con i sottostanti baffetti hitleriani.
A differenza di molti altri attori, Stanlio e Ollio non furono presi in contropiede dall’arrivo del sonoro, anzi. Ma forse non tutti sanno che le voci originali, come si può constatare sui dvd del Giornale, erano, per così dire, normali, mentre le voci italiane sono sempre state caricaturali. Quasi per caso, bisogna aggiungere. Perché Hal Roach, per non perdere il treno dei mercati stranieri, e in attesa che qualcuno inventasse l’arte del doppiaggio, obbligava i suoi attori a recitare ogni scena in una lingua diversa: inglese, ovviamente, con il supplemento di francese, spagnolo, tedesco e italiano. Ecco come nacque, almeno per l’italiano, quel buffo accento che ritroviamo nei loro film, e nei dvd; Stanlio e Ollio, costretti a leggere sul gobbo parole del tutto ignote, pronunciavano: stupìdo, nuvòla, ciondòlo, dollàri, albèro. Accento che, più tardi, fu messo in bocca ai due doppiatori storici, romani e diciassettenni, Mauro Zambuto (la voce in falsetto di Stanlio) e Alberto Sordi (il vocione da basso di Ollio). E che è rimasto nel cuore di tutti ben oltre la scomparsa delle due star: Oliver Hardy se n’è andato nel 1957 e Stan Laurel nel 1965.
Dunque, oggi con Il Giornale esce il primo dei dieci dvd: Gli allegri vagabondi, conosciuto anche con un altro titolo, I fanciulli del West. È l’unico film di Cric e Croc con ambientazione western: girato nel 1937, racconta le irresistibili disavventure di due fessacchiotti, incaricati di scovare una ragazza, una certa Mary Roberts, cui consegnare l’attestato di proprietà di una miniera d’oro. Giungono sì nel saloon giusto, ma il losco proprietario del locale, il piccolo, baffutissimo caratterista James Finlayson, mangiata la foglia, spaccia la moglie Lola come destinataria del tesoro. Da qui innumerevoli quiproquo e incidenti a non finire con un tormentone da incorniciare: il pollice di Stanlio, che opportunamente sfregato, diventa un accendino pronto all’uso.

Una raccomandazione: se tra le varie opzioni, che offrono la versione in italiano, quella in inglese, la comica muta (con il solo Stanlio) Roughes Africa, e otto scene del film, rivedrete Ollio afflitto da un’irrefrenabile, interminabile risata, non fatevi contagiare. O saranno guai con i vicini.

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