Quei piccioni agenti segreti spie delle Guerre Mondiali

Utilizzati dalla Cia perché capaci di ritrovare sempre la strada di casa anche a centinaia di chilometri

Quei piccioni agenti segreti spie delle Guerre Mondiali

Un giornalista della BBC (Gordon Corera) racconta di avere visitato il museo bellico di Langley in Virginia, dove ha sede la Cia che, da pochi giorni, ha desecretato i file che riguardano la Guerra Fredda e gli espedienti usati per combatterla. Il museo è chiuso al grande pubblico ma il giornalista ha potuto visitarlo. Un intero reparto è dedicato ovviamente ai dispositivi di disturbo e ai gadget spia, largamente usati dalla Cia per le sue innumerevoli operazioni di sabotaggio. Quello che colpisce l'occhio di Corera è un piccione con una piccola macchina fotografica legata sotto il petto. Il giornalista sta proprio scrivendo un libro sull'uso dei colombi durante la seconda guerra mondiale in Inghilterra e si ferma a consultare tutto quanto possibile sull'uso di questi uccelli da parte della Cia.

In realtà l'uso dei piccioni, per le comunicazioni, risale a migliaia di anni fa, ma è nella prima guerra mondiale che cominciano a essere utilizzati per la raccolta di informazioni. L'umile e comune (oggi anche ben poco amato) piccione possiede un'abilità straordinaria, quasi da Superman. Può infatti essere lasciato da qualche parte in cui non è mai stato prima e trovare la strada di casa, qualunque tempo faccia, a distanza di centinaia di chilometri. Con una piccola fotocamera ben mimetizzata, attaccata al petto è in grado di scattare foto senza destare alcun sospetto e di riportare indietro la pellicola impressa in pochissimo tempo. L'operazione avviata dalla Cia negli anni 70 con i piccioni, prese il nome in codice di Tacana e prese il volo (è il caso di dirlo) dalle esperienze britanniche durante la seconda guerra mondiale, quando un'unità di intelligence (M 14) gestiva un servizio segreto per piccioni deputato a lanciare uccelli in un container con un paracadute sull'Europa occupata. Più di 1.000 piccioni tornarono con messaggi, inclusi i dettagli dei siti di lancio di missili V1 e le stazioni radar tedesche. Churchill stesso si vide recapitare direttamente un fascicolo di 12 pagine che lesse avidamente.

Ma, tornando al giornalista che sta vistando lo stano museo, ai suoi occhi di esperto non sfuggono modelli di corvi e delfini. I file desecretati infatti rivelano che la CIA ha addestrato un corvo a consegnare e recuperare piccoli oggetti, fino a 40 grammi, sul davanzale della finestra di edifici inaccessibili. Il sistema di addestramento era ingegnoso ma andava al passo con il corvo, considerato uno degli uccelli più intelligenti del pianeta. Una luce laser indicava l'obiettivo sul davanzale della finestra al corvo, mentre il pennuto era abituato a tornare indietro seguendo una particolare lampada a luce lampeggiante. Pare che il tasso di riuscita fosse altissimo. Non così però per le informazioni raccolte, spesso deludenti. La CIA ha anche preso in considerazione gli uccelli migratori per valutare se potevano essere utilizzati per posizionare sensori atti a rilevare se l'Unione Sovietica avesse testato armi chimiche. Sembra anche che ci siano stati tentativi di una sorta di stimolazione cerebrale elettrica per guidare i cani da remoto, ma questi dettagli sono ancora secretati. Negli anni Sessanta, la marina militare Usa cercò di addestrare i delfini a entrare nei porti nemici e l'operazione non riuscì a essere mantenuta segreta a lungo, come i suoi sconcertanti esiti che furono fallimentari. I delfini, pur parecchio intelligenti, non capivano gli ordini dati da qualcuno che non fosse il loro addestratore. Nelle guerre sono stati usati numerosi animali spia, ma il lavoro fatto dai piccioni li supera tutti.

Da una nota del settembre 1976 risulta che era stato selezionato un obiettivo: i cantieri navali di Leningrado che costruivano i sottomarini sovietici più avanzati. Quante missioni hanno portato a termine i colombi spia? Questo è ancora top secret.

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