Museo del Risorgimento e Musée de l’Armée: alleanza tra Milano e Parigi nel segno di Napoleone III e dell’Unità d’Italia. E’ infatti dedicata all’Imperatore dei Francesi (dal 1852 al 1870) e al suo (fondamentale) ruolo nel processo di unificazione della penisola la mostra in calendario a Palazzo Moriggia, in via Borgonuovo 23, da martedì 8 febbraio al 10 aprile, dal titolo «Napoleone III e l’Italia, la nascita di una nazione» (ingresso libero, 02.88464180, www.museodelrisorgimento.mi.it). Un grande affresco di storia patria, ma proposto da una prospettiva davvero originale. L’esposizione infatti, che apre il ciclo di iniziative per le celebrazioni del 150° anniversario dell’Unità del museo milanese, ripercorre i momenti salienti - ma non scontati - del Secondo Impero d’Oltralpe e del Risorgimento italiano attraverso una superba collezione di fotografie originali, per la maggior parte inedite, provenienti dagli archivi Alinari di Firenze e, appunto, dalla prestigiosa istituzione museale dell’Armée parigina, sapientemente allestite in un continuum logico e ragionato, che accompagnerà il visitatore attraverso un appassionante viaggio nella storia. La particolarità della rassegna sta appunto qui, nella fotografia: un nuovo, rivoluzionario strumento di comunicazione che trovò la sua prima applicazione su vasta scala - e con essa la sua rapida diffusione a pelle di leopardo - proprio sulla scia degli eventi politici e militari dell’epoca, da metà Ottocento in avanti. Fotografia che ebbe proprio in Napoleone III un suo grande «interprete» e promotore, che la utilizzò volutamente e consapevolmente a fini - diremmo oggi - di marketing.
«E’così - spiega Marina Messina, direttore scientifico del Museo del Risorgimento di Milano -; la peculiarità dell’esposizione sta nella volontà di mettere in evidenza un periodo cruciale della fotografia: strumento di forza, potenza e capacità comunicazionali assolutamente straordinari, per testimoniare e documentare fatti e accadimenti non solo in ambito politico e militare ma anche civile e sociale». Come i ritratti dei personaggi ma anche le scene di vita quotidiana nei campi militari. E Napoleone III, personaggio sempre molto scomodo e controverso, fu abile “attore“ su questa scena, portandosi dietro i fotografi per documentare ogni cosa».
Non solo. La raccolta fotografica si affianca alla più «tradizionale» esposizione dei magnifici dipinti conservati a Palazzo Moriggia, che ritraggono soprattutto battaglia e azione militare. «È un’altra peculiarità della mostra - sottolinea Messina -: quella di creare un confronto, contrastante, tra l’arte fotografica e quella pittorica, la prima con i suoi lunghi tempi di esposizione e la sua “scientifica“, statica oggettività; la seconda con tutta la forza dell’emozione, del pathos, che solo il dipinto può concentrare in se e rilasciare, vedi le scene di Solferino, San Martino o Porta Pia».
Soddisfatto l’assessore alla Cultura Finazzer Flory per la «concertazione» che ha portato a confezionare una mostra diversa. «Prima differenza rispetto all’approccio tradizionale - sostiene - è lo sfondo, che diventa europeo, non più solo italiano. Poi, questo lavoro ci permette finalmente di superare la divisione scolastica tra storia antica, moderna e contemporanea. In questo ha ragione Croce, affermando che la storia, quando parla di noi, è sempre contemporanea, dunque attuale. E questa mostra tratta di come è cambiato il rapporto tra autorità e democrazia, dunque parla di oggi. Devo dire - conclude Finazzer - che con i francesi stiamo operando molto bene: spesso si lavora meglio con loro che con Roma o Palermo. Perché siamo sulla stessa linea e abbiamo le stesse caratteristiche.
In autunno la mostra su Napoleone III «volerà» a Parigi, all’Armée. L’alleanza con i «cugini» d’Oltralpe continua.
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