William Shakespeare, abito rosso di foggia rinascimentale e scarpe da ginnastica ai piedi, siede tranquillo al tavolino di un bar che affaccia sul Tevere e, intento a leggere - o più presumibilmente a scrivere - qualcosa, ammira le suggestive meraviglie di Roma. Lidea di fondo della mostra «Shakespeare in Rome» allestita da giovedì scorso alla Casa dei Teatri di Villa Pamphilj, sta tutta in questa spiritosa illustrazione che anima la copertina del relativo dépliant. Ciò a cui mira infatti lesposizione, promossa da Comune, Eti e circuito Biblioteche di Roma, è proporre una lettura originale del rapporto che lega il grande drammaturgo inglese alla nostra città, partendo - e non potrebbe essere diversamente - dai suoi cinque drammi romani, e cioè Tito Andronico, Giulio Cesare, Antonio e Cleopatra, Coriolano e Cimbelino. Questa ricca materia di base viene qui rivisitata secondo una duplice ottica. «Da una parte - spiega il curatore, Nicola Fano - si tratta di predisporre una realizzazione iconografica intorno allidea critica secondo la quale la Roma antica veniva vista da Shakespeare essenzialmente come culla del dibattito politico e del concetto di giustizia. Dallaltra, tentiamo invece di disegnare una possibile simmetria tra la modernità dellautore e la classicità dellUrbe eterna».
Ecco dunque valorizzati, a livello documentaristico (foto e video innanzitutto), diversi personaggi dei titoli citati: «Personaggi che hanno tutti problemi sostanziali o con la politica o con la giustizia». E, in seconda battuta, ecco spiegata pure la bella idea scenografica che sorregge lallestimento: una ricostruzione del Globe Theatre allinterno del Casino Corsini progettata tanto per richiamare le novità della scena elisabettiana quanto per contenere canoni architettonici classici. Il percorso della mostra si snoda di conseguenza come fossimo dentro una «O» di legno momentaneamente aperta per fare spazio alla grande poesia shakespeariana e allimmaginazione che alcuni nostri celebri registi hanno speso nel tradurla in spettacolo. Numerose sono le foto di scena attinte dallarchivio di Tommaso Le Pera: vi si scorgono, ad esempio, immagini del Coriolano diretto da Strehler nel 1957, del Giulio Cesare curato da De Lullo nel 71, del Tito Andronico che Lavia realizzò nell83.
Ma ricca è anche la documentazione «da leggere» (citazioni dalle opere, brani di Plutarco impiegati come fonti, plot accurati e completi), così come quella «da ascoltare». Un chicca della mostra è rappresentata infatti da alcune registrazioni radiofoniche fatte da Strehler nel corso degli anni Cinquanta e ripescate negli archivi Rai. Dalla botola di questo pseudo-Globe carico di ricordi escono poi le sequenze del memorabile film Giulio Cesare interpretato da Marlon Brando nel 54 (regia di Mankiewicz). E per finire, serate di letture dei cinque drammi romani previste dentro e fuori la Casa dei Teatri.
La mostra è a ingresso gratuito; aperta fino al 28 settembre. Informazioni 0645460693 e 060608.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.