Quella lezione dai tre milioni in fiera per gli artigiani

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Sono stati nove giorni appassionanti e i numeri ci hanno premiato anche in questa sedicesima edizione. Superata la soglia dei 3 milioni di passaggi, già raggiunta lo scorso anno, Artigiano in Fiera rappresenta oggi un appuntamento fisso per Milano, per l'Italia e per alcune delegazioni estere (Francia, Svizzera, Austria, Germania), una ricchezza turistica e culturale internazionale, una vera e propria destinazione di viaggio. Al di là dei numeri, mi preme una valutazione più profonda su questa manifestazione, che non può essere letta solo in chiave economico-commerciale. Tentando quindi di offrire una visione più ampia vorrei sottolineare come i padiglioni di Fieramilano, a Rho-Pero, per nove giorni si siano trasformati in un luogo di positività diverso dal clima generale in cui vive il Paese, soprattutto per chi ha lavorato dietro le quinte e per gli espositori, che hanno contribuito al pieno successo della mostra. Nove giorni che allo stesso tempo sono saldamente ancorati alla situazione economica e sociale italiana e internazionale, e che per i nostri artigiani hanno rappresentato la possibile ripartenza, il rilancio, la speranza.
Ho visto tanta voglia di riscossa, di rialzare la testa e portare avanti con tenacia, intelligenza e creatività il proprio lavoro.

Ma, soprattutto, ho visto tanti imprenditori pronti a resistere e a lasciarsi interrogare di fronte a questa congiuntura che sembra inevitabile e irrisolvibile. Tuttavia, per uscirne dovremo impegnarci, nessuno escluso, e riconoscere che una ripresa può nascere solo dall'uomo e dal suo tentativo di dare significato al vivere e al lavoro (...)

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