Quelle architetture a portata di mano

Elementi, forme, materiali. Così la nuova storia dell’arte edita da MondadoriArte ha saputo trovare il modo per «saper vedere l’architettura», attraverso una guida ragionata dall’antichità al contemporaneo. Si parte proprio da Milano fino a coprire l’intero continente. Una carellata di noti architetti (italiani, come Gregotti, Gardella, Piano, Bellini, Ambasz, i Nervi, Fuksas; stranieri, come Gropius, Aalto, Rogers, Herzog & de Meuron, Ando, Nouvel, Gehry; senza trascurare i mostri sacri del passato più profondo) accompagna il lettore nel districarsi tra antico e moderno. «Nelle metropoli multietniche di oggi - sostiene l’architetto milanese Marco Albini (autore, tra l’altro, della nuova Consob di via Broletto) - esiste la necessità di avere strumenti di confronto che sappiano unire il passato con il presente e farci capire meglio la storia urbanistica delle città».
Saper vedere l’architettura (Mondadori Arte, pag.380, 20 euro), pone capolavori a confronto non tralasciando l’arte del metallo e quella del cemento armato per meglio comprendere le nuove opere degli «archistar», fatti di forme fluide e informali che ne caratterizzano i profili tramite un complesso programma di elaborazione digitale. «Le verifiche affidate alle rielaborazioni grafiche e modellistiche consentirebbero un controllo informatizzato dei costi di costruzione curato al punto da rendere l’edificio curvilineo ed economicamente competitivo», spiega l’architetto Marco Brandolisio dello Studio Ara di Milano. Il legno, la pietra, il laterizio, l’adobe, il calcestruzzo, il cemento armato, il ferro, le varie leghe metalliche, il vetro, i tecnopolimeri, ai quali si sono aggiunti nuovi elementi naturali, sono ormai componenti abituali degli edifici milanesi come quelli di tutto il mondo.

A volte basta alzare lo sguardo e rallentare il passo per vedere come Milano sta cambiando, e soprattutto come architetti e artisti di ogni provenienza condividano le proprie esperienze e i propri modelli evolutivi. Qualche cosa del genere succedeva già nel Rinascimento, con Leonardo da Vinci nella Loira o con Jacopo Barozzi a Firenze.

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