Quello 007 che voleva diventare consulente del Copasir di D'Alema

L'ex agente filmato mentre incontrava il deputato Pd Luongo. E spunta anche il nome dell'ex sottosegretario Bubbico nelle carte su "Toghe lucane bis"

Quello 007 che voleva diventare consulente del Copasir di D'Alema

Dossieraggi targati Ds. Si complicano le cose nell’inchiesta di Catanzaro denominata Toghe Lucane Bis relativamente a una presunta organizzazione messa in piedi per bloccare indagini scomode, in gran parte del pm Woodcock. Spuntano nomi pesanti, di esponenti nazionali e locali del Pd collegati a un agente segreto finito nei guai con l’accusa di essere il terminale di questa fantomatica Spectre capeggiata da un alto magistrato potentino.

Negli atti giudiziari esce prepotentemente il deputato dalemiano Antonio Luongo, addirittura filmato dalla polizia di Potenza in un autogrill sulla statale per Melfi mentre si incontrava con l’ex 007 del Sisde, Nicola Cervone, in non meglio chiarite trattative per diventare consulente del Copasir di Massimo D’Alema: «Il 28 maggio alle ore 9.45 l’indagato Nicola Cervone parcheggiava la sua Bmw alla stazione di servizio Agip sulla SS 407 Basentana (...) di lì a poco giungeva l’onorevole Antonio Luongo che salutava Cervone e in sua compagnia faceva ingresso nell’Autogrill (...) i due si intrattenevano a parlare per diverso tempo all’esterno. Alle 10.20 giungeva una terza persona che si univa all’incontro». Chi sia l’ultimo arrivato lo diranno la registrazione della polizia e le immagini a circuito chiuso dell’autogrill. «L’incontro video-registrato - annota la polizia - attualizza e rende concreto quanto evidenziato da Francesco Triggiani» un vicequestore del commissariato di Bitonto, amico dello spione Cervone.

Il poliziotto, interrogato, riferisce delle peripezie dello 007, allontanato dai Servizi dopo una denuncia della procura, che riferì di avere buone chance per rientrare nell’intelligence come capocentro a Potenza una volta risolta la sua pendenza processuale. «Per fare questa attività - dice Triggiani - era stato sempre in contatto in particolare con un magistrato, tale Bonomi, e con un rappresentante politico del Pd che aveva il ruolo di sottosegretario, che di nome faceva Bubbico o Buccico, ma non riesco a ricordare il nome. Era un politico esponente della maggioranza in carica nel 2004». Poi a domanda dell’inquirente, precisa: «Prendo atto che l’onorevole Bubbico, tra i due menzionati, è l’unico che ha svolto funzioni di sottosegretario ma successivamente al 2006». E ancora. «(Cervone, ndr) aggiunse che fino a che non rientrava doveva fare attività di dossieraggio per conto della parte politica di maggioranza dell’epoca e della Regione Basilicata, aggiungeva che la sua attività di dossieraggio era proprio fatta ad arte con notizie da divulgare a giornali ed altro».

Nell’informativa si fa poi presente che «quello osservato non è l’unico incontro tra l’indagato Cervone e l’onorevole Luongo, tra i quali nel recente passato sono state registrate una lunga serie di conversazioni riguardanti in prevalenza il rientro di Cervone nei servizi quale consulente del Copasir, proprio su interessamento del citato parlamentare». Un po’ come avrebbe fatto Lavitola col carabiniere latitante La Monica. Della questione «rientro al Copasir» - continua la polizia - se ne parla nella registrazione fatta da un altro poliziotto indagato, Leonardo Castagna. Laddove l’ex 007 rivela di aver allentato «di colpo» i contatti «con magistrati e politici» compreso quello «con cui mi vedo tutti i sabato (...)».

Quanto alla consulenza del Copasir, Cervone nomina un presunto «segretario di D’Alema»,

un certo Matteo La Torre. Ma forse, come ha scritto il Quotidiano della Calabria, voleva dire Nicola, il senatore dalemiano, anche se forse nemmeno Cervone sapeva bene di cosa parlava.

(ha collaborato Luca Rocca)

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