"Questa Europa va a pezzi pure senza dazi di Trump"

L'europarlamentare della Lega Isabella Tovaglieri: "Se continuano le politiche della Ue, guideremo solo auto cinesi"

"Questa Europa va a pezzi pure senza dazi di Trump"
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In Europa «cambia tutto per non cambiare mai niente...». Fatta questa premessa sulla nuova legislatura, l'europarlamentare della Lega Isabella Tovaglieri non ha dubbi: «Con le attuali politiche dell'Unione europea non venderemo più le nostre auto. E saremo costretti a comperare soltanto quelle cinesi». Per Tovaglieri, lo spauracchio dei dazi americani è soltanto un alibi per chi vuole giustificare il fallimento europeo sull'automotive, la filiera di aziende coinvolte nella produzione automobilistica. E più in generale il fallimento sull'industria: «L'Ue sta già andando a rotoli, non mi spaventano i dazi che, tra l'altro, il presidente Donald Trump non ha ancora messo».

Onorevole Tovaglieri, dopo le elezioni non è cambiato proprio niente?

«Soltanto tanti annunci e dichiarazioni di intenti, soprattutto a ridosso delle europee. Ma sull'automotive, alla fine, nulla è cambiato. L'unica risposta che ha saputo dare, tardivamente, la Commissione europea, è stata quella di attivare questo dialogo strategico, tutto avvolto nel torbido, visto che non esiste un verbale degli incontri e l'elenco dei partecipanti non può essere ampliato».

Ci spieghi meglio.

«Intanto è significativo che al tavolo ci siano i rappresentanti delle case automobilistiche, a trazione tedesca e non quelli della filiera della componentistica che da noi è molto forte. La Lombardia, con l'assessore regionale allo Sviluppo economico Guido Guidesi, ha la presidenza dell'Ara, l'alleanza che raduna trentasei regioni europee che hanno nell'automotive un business strategico. Avevano chiesto di partecipare, ma hanno rifiutato dicendo che gli incontri sono solo di primo livello».

Intanto nel 2025 arriveranno le multe sulle emissioni.

«Parliamo di sanzioni insostenibili da 20 miliardi di euro che vanno sospese immediatamente. Volkswagen, se supera i target, dovrebbe pagare 2.500 euro per ogni auto prodotta in Europa. Stellantis, invece, è meno incline a superare le multe perché ha fatto una politica poco lungimirante, scegliendo di diminuire la produzione di veicoli tradizionali pur di non sforare i limiti della Co2 e puntando su un vantaggio momentaneo sui competitor».

Il Partito popolare europeo sembra intenzionato a svoltare sull'automotive.

«È come quando il marito promette all'amante che lascerà la moglie e continua a dargli contentini se minaccia di andarsene. In campagna elettorale hanno fatto una barricata di scudi e stanno continuando ora che si va al voto in Germania. Poi, però, nei fatti i problemi sono sempre gli stessi».

E ora è arrivato anche Trump. I dazi non la preoccupano?

«A parte che ancora i dazi non li ha messi. Chiaramente una politica del genere non farebbe bene all'Ue. Il punto è che l'Europa sta andando a pezzi anche senza i dazi. dazi che, lo ripeto, ancora non si sa né se verranno applicati né quando».

E quindi?

«Hanno individuato in Trump un colpevole, ma se oggi la situazione è questa, la responsabilità è solo dell'Ue».

Invece Elon Musk vuole «rendere di nuovo grande» anche l'Europa? Che cosa ne pensa.

«Certamente mi ritrovo nello slogan. E fanno ridere quelli che ci accusano di essere contro l'Ue, visto che si parla di rendere di nuovo grande il nostro continente. Nessuno vuole affossare l'Europa, ma oggi sta deragliando ed è su un binario morto. Io sono fortemente europeista, ma nel senso in cui lo intendevano i padri fondatori».

In quel senso?

«Uniti nelle diversità, con interessi e valori comuni, senza prevaricare e rispettando le sovranità dei singoli Stati».

L'Italia può davvero essere il ponte tra Stati uniti d'America e Ue?

«Anche se ci sono dei partiti come la Lega che difficilmente si allineano all'establishment e al pensiero unico, siamo un Paese stabile, con una maggioranza solida che sta facendo le sue riforme. I canali istituzionali, anche quelli della premier Giorgia Meloni, vanno sfruttati. Ma se adesso avessimo al governo quella sinistra che durante le elezioni ha solo saputo dire che Trump era un pazzo e il male assoluto, con che cosa ci saremmo ritrovati?».

Male?

«Senza parlare con un partner fondamentale come gli Stati uniti, saremmo stati completamente isolati. Oggi per fortuna non è così».

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