Questo concierge scodinzola: se in hotel ci accoglie un cane

Nata negli Usa, la tendenza prende piede in Italia: contemplare gli animali tra lo staff degli alberghi

Questo concierge scodinzola: se in hotel ci accoglie un cane

Concedetemi un piccolo aneddoto biografico. Quando devo partire per vacanze o lavoro sono di malumore e non sarebbe la prima volta che cerco qualche scusa per tornarmene a casa il giorno dopo l'arrivo. Che volete, sono radicato nella mia casa e nelle mie abitudini, tra i miei libri, i miei gatti e i miei ritmi. Qualche anno fa arrivai in un hotel, in Trentino Alto Adige e mi presentai al bureau con un'espressione sicuramente poco felice. Stavo già pensando di tornare a casa. Una volta data la carta d'identità alla signorina la sentii dire: «Gustavo allunga la chiave al signore». Stavo per obiettare che me la poteva allungare anche lei, quando mi trovai davanti un S.Bernardo di 90 Kg. Che portava in bocca un pomello con la chiave della camera. Il malumore passò subito e, fatta una doccia, dopo un'ora ero giù a giocare con Gustavo. Purtroppo, dopo poco tempo, l'hotel chiuse definitivamente per gravi problemi familiari ma l'idea di accogliere il cliente in questo modo era vincente e soprattutto all'avanguardia.

I giapponesi sono forse stati i primi ad aprire i «cats coffee», una sorta di pub dove i clienti, soprattutto quelli che non possono permettersi di avere animali in casa si recano a rilassarsi perché mentre bevono una tazza di tè, possono godere della compagnia di gatti sornioni e «fusanti». L'iniziativa ha avuto tale successo che, ben presto, molte altre nazioni (anche l'Italia) hanno aperto locali simili.

Ci sono molti hotel, nel mondo, che oggi hanno, come attrazioni animali più o meno originali, ma se uno è uno sciatore e magari ha un cane che vuole portare con sé in montagna, in un hotel dove comodità e lusso vanno di pari passo, potrebbe pensare a una sistemazione presso Aspen in Colorado. Sì, capisco che non sia proprio comodo, ma, nel caso vi trovaste negli States, ricordatevi di questa cittadina che ospita il S. Regis Resort, dove il vostro cane è accolto come un signore.

Avrà la sua piccola SPA, un menu da scegliere, il lettino di pelle e altre comodità, di solito riservate agli umani. Ma questo è niente. Voi e il vostro cane, potrete fare la conoscenza di Kitty Jacob Astor II, il cane Bovaro del Bernese che, all'età di un anno e mezzo, ha preso dimora e lavoro permanenti nella struttura, in ricordo di Kitty Jacob Astor IV, fondatore dell'hotel nel 1904. Insomma Kitty II è stato assunto come concierge e al Regis ha una vita piena di impegni. Si guadagna lo stipendio con i suoi doveri di portineria, oppure sedendo accanto ai bambini mentre leggono o ripetono qualche lezione scolastica o ancora come l'accoglienza di nuovi ospiti all'aeroporto e, se lo desiderate, può passare la notte con voi sonnecchiando discretamente (Kitty non russa) su un comodo tappetino. Si sa mai vi venisse voglia, durante la notte, invece che di aprire il frigo di scoccolazzare un cane educato e gioioso.

Ah, sia chiaro che è d'obbligo la prenotazione, perché, come già scritto, Kitty è molto impegnato e gettonato, come lo è d'altronde il Resort, che, per 100 dollari al giorno, offre ospitalità a voi e ai cani che portate, anche se più di uno. Per loro, se sono avventurosi, ci sono giubbotti da trekking e stivaletti e non manca un servizio di dog walking e sitting, qualora vogliate lasciare i vostri beniamini in albergo per una giornata.

Il problema è che Kitty è ormai ha talmente tanti impegni che i conduttori dell'hotel hanno deciso di prendere un altro cane che faccia le funzioni di maggiordomo di Kitten stesso e si prenda una parte del suo diuturno lavoro.

Il maggiordomo di Kitty deve amare gli animali. Non soffrire il freddo, ed essere in grado di seguire quotidianamente Kitty II con lo stile e la gentilezza che il Regis pretende da ogni suo collaboratore, anche a quattrozampe, ça va sans dire.

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