«Una tragedia immane, insensata, indimenticabile per tutti e non solo per voi». E «il ricordo non solo non passa ma va trasmesso» sono le parole che il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha trasmesso ieri a cinque sopravvissute alla tragedia del 20 ottobre del 1944 a Milano e ai familiari. Domenica cade l'ottantesimo anniversario della strage dei piccoli martiri di Gorla, 184 bambini morti per il crollo della scuola elementare «Francesco Crispi» bombardata per errore dagli aerei angloamericani. Mattarella ieri è stato il primo capo dello Stato a commemorare le vittime nel quartiere a nord di Milano. Si è fermato in raccoglimento davanti al monumento alla memoria tenacemente voluto dai genitori, si autotassarono e convinsero l'allora sindaco Greppi a non far realizzare un nuovo cinema su terreni della scuola. Negli anni '50 nella cripta vennero traslate le spoglie dei bimbi, dei quindici insegnanti e dei quattro bidelli morti sotto le bombe americane, un mese fa il Ministero della Cultura lo ha dichiarato monumento nazionale. Mattarella ha visitato a lungo l'ossario prima di fermarsi a parlare con ex superstiti ormai ultraottantenni, accanto al sindaco Beppe Sala, il governatore della Lombardia Attilio Fontana, il giornalista Mario Calabresi che ha realizzato con Silvia Nucini il documentario «Finchè sono al mondo».
Una tragedia immane nata da quello che fu definito un «errore» delle pattuglie alleate che da due anni avevano iniziato a bombardare anche Milano. Quella mattina un centinaio di aerei partirono dalla Puglia per bombardare al nord fabbriche come la Breda, la Alfa Romeo o la Isotta Fraschini che producevano ancora armi per la Rsi. Distrussero invece la scuola elementare dove nonostante la guerra i bimbi avevano ripreso da pochi giorni le lezioni.
«Avevo sette anni, eravamo in classe a scrivere una pagina di d, mi mandarono in segreteria a mostrare la pagina - ha raccontato Graziella Ghisalberti, 87 anni, al Capo dello Stato -. Quando sono tornata la maestra ci ha fatto preparare velocemente le cartelle». Suonavano le sirene antiaereo. «Mi sono incamminata verso casa, ho visto le bombe cadere, ero terrorizzata e sono tornata a scuola ma una delle maestre non mi ha lasciata rientrare e mi sono riparata in un palazzo». La salvezza. Mattarella la ascolta e la abbraccia. Da allor ai superstiti hanno tramandato la memoria nelle scuole. «Volevamo anche le Frecce Tricolore» non ha avuto il tempo di dirglielo di dirlo al Capo dello Stato. Il presidente del Senato Ignazio La Russa sui social sottolinea che «bene ha fatto Mattarella a ricordare a Milano i piccoli martiri di Gorla, morti per il bombardamento aereo americano. Per troppo tempo questo drammatico evento era stato rimosso, come avveniva per le foibe, anche se in tutti questi anni non è mai stato dimenticato da chi non si è piegato a una lettura opportunistica della storia». Durante la cerimonia del 2019 il sindaco Sala chiese anche agli Stati Uniti un gesto: «Credo sia doveroso che il governo americano si scusi, sapendo che noi siamo qua per perdonare».
Giorni dopo arrivò una lettera firmata dal console generale Usa, esprimeva «condoglianze alle famiglie delle vittime di questa infausta e terribile tragedia occorsa durante la guerra». Ottant'anni dopo, la comunità di Gorla vorrebbe anche una presenza domenica alla commemorazione.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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