La rabbia di Cannavaro «Che fortuna giocare all’estero»

Il capitano: «Quando in Spagna vedo certe immagini mi sento umiliato. A Madrid per protesta sventolano i fazzoletti»

nostro inviato a Firenze
Fa male sentirsi dire da Fabio Cannavaro che per fortuna gioca fuori. Anche se il senso della sua dichiarazione è chiaro. Fa il paio con quanto ha spiegato precedentemente Kakà sui campioni che ora difficilmente sceglierebbero l'Italia per giocare a calcio. Ieri il capitano della nazionale azzurra che sabato affronterà la Scozia nella partita decisiva per la qualificazione dell'Italia all'Europeo 2008, ci ha dato uno spaccato di quanto gira oggi attorno al nostro calcio, a come veniamo giudicati all'estero visto che le immagini degli ultrà a Roma, Bergamo e Milano hanno fatto il giro del mondo. «Sì, purtroppo continuiamo a dare un'immagine negativa, molto negativa».
Siamo bollati?
«Intendiamoci, sono fiero di essere italiano, ma mi scoccia vedere quelle immagini in televisione. Il nostro calcio ha delle potenzialità enormi ma non le sfruttiamo. Al confronto giocare a Madrid sembra incredibile, stadio perfetto, famiglie con i bambini, pochi ultrà e tutti controllati, lì al massimo per contestare si sventola un fazzoletto bianco».
Trova giusto che gli ultrà vengano definiti terroristi?
«Non so se sia la parola giusta, ma mi chiedo: fuori dallo stadio se prendi a schiaffi un poliziotto vai in galera. Perché dentro allo stadio puoi prendere a schiaffi un poliziotto? Se sei un delinquente devi essere trattato come tale».
Ma anche voi giocatori spesso cercate di essere amici degli ultrà...
«Non è vero che essere amici degli ultrà significa essere protetti. Quando le cose vanno male, ci sei dentro anche tu e non si salva nessuno. Gli ultrà vanno isolati, da noi si dà troppa importanza a certe persone e non a quelle che vogliono andare allo stadio per divertirsi. I club e le istituzioni devono prendersi le loro responsabilità, sono quattro anni che in Italia succede di tutto».
Fermiamo il campionato?
«Se ogni volta dovessimo dire basta, qui non si giocherebbe più».
Lei ha un consiglio da dare?
«Non mi piace che si continui a parlare del modello inglese, guardiamo in casa nostra. Le leggi ci sono, bisogna applicarle. Cosa posso rispondere? Sequestriamogli il passaporto... ma non sta a me trovare dei rimedi. Ci pensi chi è incaricato a questo, e trovi una soluzione subito, rapida e veloce. Questo è lo sport più bello che abbiamo, e lo sport è quello che facciamo noi, lo dimostreremo contro la Scozia, sappiamo l'importanza che ha questa partita e lasceremo i problemi fuori dal cancello di Coverciano come abbiamo sempre fatto. Non ci siamo mai fatti influenzare dagli eventi esterni».
La Scozia giocherà la partita del secolo...
«Ho sentito. Loro sono la sorpresa di queste qualificazioni, hanno battuto la Francia, si giocano l'Europeo contro i campioni del mondo, hanno ribaltato ogni pronostico. Ma noi abbiamo ancora due partite».
Siamo favoriti?
«Siamo abituati a certe sfide e a giocare a certi livelli, più degli scozzesi, questo sì».


Come vi comporterete?
«In altre situazioni di difficoltà siamo sempre riusciti a rimanere concentrati. Gli scozzesi non ci regaleranno niente ma purtroppo a loro devo ricordare che molto difficilmente ci qualificheremo entrambe. O noi o loro».

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