Raciti, le richieste dei pm: "Per Speziale 15 anni" E lui: "Non l'ho ucciso"

Omicidio preterintenzionale l'accusa contestata al giovane. L'ispettore fu ucciso negli scontri tra tifosi fuori dallo stadio prima del derby Catania-Palermo. La vedova: "Voglio giustizia" 

Raciti, le richieste dei pm: 
"Per Speziale 15 anni" 
E lui: "Non l'ho ucciso"

Palermo - I pm hanno chiesto la condanna a 15 anni di Antonino Speziale per "omicidio preterintenzionale" dell’ispettore di polizia Filippo Raciti, morto il 2 febbraio del 2007 durante le violenze dei tifosi fuori dallo stadio Massimino per il derby Catania-Palermo. La richiesta è stata formulata dai sostituti procuratori Angelo Busacca e Silvia Vassallo, davanti al tribunale per i minorenni di Catania, presieduto da Nino Minneci. Speziale all’epoca dei fatti aveva 17 anni. Domani è in programma davanti alla Corte d'Assise di Catania la requisitoria nei confronti dell’altro imputato, Daniele Micale, di 21 anni.

L'accusa Secondo la ricostruzione esposta dai pm nella requisitoria tenuta nell’aula bunker di Bicocca, Speziale avrebbe partecipato al lancio di un sottolavello metallico, sradicato poco prima dai bagni dello stadio, contro la polizia. La procura sostiene che ciò avrebbe provocato all’ispettore Raciti le lesioni interne che hanno causato l'emorragia mortale. Per i pubblici ministeri, il comportamento di Speziale è riconducibile alla fattispecie di reato dell’omicidio preterintenzionale, perché le conseguenze del suo gesto, cioè la morte di Raciti, non erano state volute.

Speziale: "Non l'ho ucciso" "Sono tranquillo, aspetto la fine del processo, io non ho commesso alcun omicidio". Così Antonino Speziale, subito dopo la conclusione della requsitoria dei pm che hanno chiesto la sua condanna a 15 anni per l’omicidio dell’ispettore Raciti.

La vedova: "Voglio giustizia" "Non ci sarà una pena che potrà far tornare mio marito.

Voglio giustizia e oggi i pm hanno ricostruito bene quello che è successo al Massimino quando è morto mio marito". Lo ha detto Marisa Grasso, la vedova dell’ispettore Filippo Raciti, che ha assistito in silenzio in prima fila alla requisitoria dei pubblici ministeri.

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