Roma - Possiamo solo immaginare lo choc subìto da chi, ieri mattina, magari facendo un po’ di zapping, sia capitato per caso dalla parti di Raitre mentre andava in onda uno spot che propagandava l’eutanasia. La pubblicità pro dolce morte è andata in onda, ha fatto poi sapere viale Mazzini, una volta travolto dalle polemiche, all’interno della "trasmissione '10 minuti di…', che fa parte dei cosiddetti 'programmi dell’accesso' regolati per legge". Si tratta dunque, mettono le mani avanti i vertici Rai, di uno "spazio autogestito dalle varie associazioni". Ottimo. Peccato che ieri, ad autogestirsi lo spazio tv, c’era l’ "Associazione Luca Coscioni per la libertà di ricerca scientifica", sostenuta dai Radicali. Da qui la trasmissione, sulle reti del servizio pubblico, di uno spot del genere. Uno spot che pareva peraltro in tutto e per tutto una qualsiasi reclame. Solo che raccomandava, appunto, la dolce morte. In un orario, per di più, in cui è facile presumere ci fossero magari bambini davanti allo schermo.
Ne è seguito il solito can can di accuse e controaccuse. Movimento per la vita e associazionismo cattolico hanno fatto la voce grossa: sono riusciti a mandare in onda 50 secondi messi a punto da Exit International - l’accusa - che persino l’authority australiana aveva proibito di passare in tv! Per la cronaca, un anziano signore, nelle immagini andate in onda, fa sapere di aver scelto la facoltà d’ingegneria, la moglie, l’auto e tanto altro ancora e di volere la stessa possibilità di scegliere (quando morire) da malato terminale. Ma nonostante il 67 per cento e passa degli italiani sia d’accordo con la tesi che uno ha il diritto di scegliere quando andarsene - sosteneva lo spot - il nostro esecutivo rifiuta l’idea.
Non è andato in onda niente di troppo macabro, sia chiaro. Ma stupisce che quel che è vietato persino nella liberal Australia, passi su una tv pubblica senza colpo ferire. Omesso controllo o qualcosa di diverso, visto che già poche settimane or sono, e guarda caso sempre Raitre, in una puntata di Vieni via con me, aveva sollevato il problema con forza, innescando una polemica?
Anche stavolta non sono mancate le prese di posizione, a cominciare da quelle del ministro Maurizio Sacconi e del sottosegretario alla Sanità Eugenia Roccella che, chiarito come il governo "difende la vita", ritengono pericolosa la campagna politica che sta prendendo piede a favore dell’eutanasia. Chiedono par condicio i movimenti cattolici impegnati nel respingere il messaggio. E persino da un settore del Fli (tre deputati che si professano cattolici) partono giudizi esacerbati e richieste alla Rai di pareggiare il conto. In disaccordo con l’eutanasia, ma non a discutere di essa, Ignazio Marino (Pd), mentre è da notare come nel turbinio delle prese di posizione risultino stranamente assenti gli uomini di Pier Ferdinando Casini. "È incredibile. I Radicali pubblicizzano in Rai l’eutanasia, alla stregua di un dentifricio. Su questo aspetto, il Terzo Polo è in grado di prendere una posizione unitaria?" chiede polemico il segretario dell’Unione Popolare Cristiana (Upc) Antonio Satta, già segretario della Vigilanza durante il governo Prodi.
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