Ragazza assalita al parco da un pappagallo

Fino a poco tempo fa c'era un serpente che si ostinava a fuggire dal suo rettilario e imperversava, tra i passanti atterriti, tra corso Buenos Aires e via Spontini. Cinque giorni fa un'iguana lunga circa un metro si aggirava tranquilla a Città Studio; mentre, ormai, pesci siluro di notevoli dimensioni hanno invaso i corsi d'acqua. L'altroieri è stata la volta di un grosso pappagallo bianco, probabilmente un'ara. Animali alla conquista di Milano? Eppure la nostra città, anche per il suo clima rigido, non ha certo le peculiarità dell'habitat naturale di questo volatile (23 le differenti specie conosciute) che vive tra l'America centrale e quella meridionale. Martedì pomeriggio, però, un uccello di questa specie ha aggredito una tredicenne che portava a spasso il cane sui prati del parco Monte Stella. Quando la ragazzina l'ha notato il pappagallo era appollaiato su un albero. Subito dopo, però, l'ha puntata e attaccata, graffiandole la testa con il becco. Quindi non ha risparmiato nemmeno il suo cagnetto.
Inutile dire che, oltre a far scappare la piccola e il suo cucciolo, al Monte Stella c'è stato il fuggi fuggi generale quando l'ara, spostandosi con agilità da un albero all'altro, si è avventato su altri frequentatori del parco. E quando è arrivata la polizia, chiamata da qualcuno che, con ogni probabilità, si era preso un bello spavento, tra i presenti c'è anche chi si è sbilanciato, sostenendo di aver riconosciuto il volatile. «Ma sì, è di un tizio che abita qui vicino...». Risultato: il presunto proprietario, a casa, non c'era. E il pappagallo se n'è volato chissà dove, visto che nemmeno il personale dell'Enpa (Ente nazionale protezione animali) giunto sul posto, è poi riuscito a rintracciarlo.
Così il mistero resta: fino a ora qualche esemplare era stato avvistato al parco Forlanini, ma niente di più. A Genova, invece, intere colonie di pappagallini amazzonici, vivono in città dove si sono perfettamente adattati, grazie al clima.
«Probabilmente l'ara era il più spaventato di tutti!» commenta sorridendo Edgar Meyer, grande conoscitore del mondo animale (fino al giugno scorso lavorava all'assessorato del Benessere animale di Genova, ndr), da oltre un decennio presidente dell'associazione «Gaia Animali & Ambiente».
«Questo pappagallo, pur raggiungendo anche grosse dimensioni, solitamente non attacca l'uomo e non è un animale da combattimento - spiega Meyer -. Al massimo può sferrare qualche beccata e dei graffietti con gli artigli, ma nulla di più. Certo, mi rendo conto che chi se lo vede piombare addosso si spaventi parecchio. Ma ripeto: questi animali, in situazioni del genere, non sono mai arrabbiati, ma solo impauriti.

E se commettono danni il responsabile può essere solo il padrone. Che ora, visto il caso particolare, speriamo lo recuperi. Lo dico sempre: gli animali esotici dovrebbero stare nel loro habitat. In città si sentono comunque prigionieri».

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