La Rai punisce Santoro: squilibrato Stop a Vauro e puntata riparatrice

Riparare? Un po’ difficile farlo con Sabina Guzzanti, Marco Travaglio e Antonio Di Pietro in studio, ospiti-militanti questa sera per la puntata post-sismica di Annozero. Mancherebbe solo un collegamento con Beppe Grillo che ha già annunciato di voler assumere Vauro sul suo blog (ma attenzione Vauro: Piero Ricca se ne andò perché Grillo non pagava le collaborazioni...), e la squadra sarebbe al completo. Dopo due riunioni, i vertici Rai (il direttore generale Mario Masi con il placet del presidente di area Pd Paolo Garimberti) hanno deciso la «sanzione»: nessuno stop per Santoro, a casa invece (almeno per ora) il vignettista Vauro per violazione contrattuale (la battuta sulle cubature dei cimiteri è incompatibile, oltreché col buon gusto, col contratto di servizio e il Codice etico Rai), e puntata riparatrice di Annozero sui soccorsi in Abruzzo. Guardando il parterre di stasera, però, rimangono forti dubbi sull’esito della «riparazione». Sabina Guzzanti lucida già l’artiglieria: «Più casino si fa, più gente dimostra sotto Viale Mazzini più speranze abbiamo di riaverlo» (Vauro). La comica girotondina dovrebbe intervenire in coda al programma, con «una sorpresina», scrive sul suo sito. Puntata di «riequilibrio»? Sembrerebbe il contrario. No fair play, qui si punta agli stinchi.
È vero, ci sarà Titti Postiglione della Protezione civile, ci sarà Niccolò Ghedini, Pdl. E ci sarà ancora Guido Ruotolo inviato a L’Aquila, ma stavolta in versione pro-soccorritori (chissà, intervisterà gli sfollati con l’acqua minerale e la stufa in tenda). Si dovrebbe «riparare» ai toni «fortemente squilibrati verso la tesi della carenza dei soccorsi e gravemente omissivi dell’opera della Protezione civile» - scrive Masi nella lettera a Santoro e ai direttori di Tg3 e RaiDue -, ma tutto lascia supporre che si cercherà di «riparare» più che altro alle accuse fatte a Santoro. Che non si parlerà dei terremotati dell'Abruzzo, ma degli aspiranti martiri di Annozero, non di Bertolaso, ma di Santoro e che l’abusivo del titolo (Caccia all’abusivo) sia una ironico ammiccamento a se stesso, che cioè l’abusivo non sia l’interesse criminale nella ricostruzione, ma lui, sempre lui, ancora lui, Michele Santoro. Prove tecniche di martirologio in prima serata, disciplina in cui Santoro è esperto e che gli ha già fruttato uno status assolutamente anomalo nella storia della tv pubblica: in onda per legge, anchorman con un tribunale per editore.
Santoro ha subito risposto a Masi respingendo gli addebiti, «in quanto sono certo di aver esercitato la professione di giornalista con grande correttezza». Non solo, ha ribadito tutta la linea: la mancata pianificazione dei soccorsi, che «trova ampia conferma nei giornali di tutto il mondo» e nelle parole del geologo Enzo Boschi (ospite giovedì) e la completezza dell’informazione fornita. Poi su Vauro è scontro frontale: «La sua decisione di sospenderlo è una censura che produce una grave ferita per l’immagine della Rai. La invito a soprassedervi». Sul contratto di Vauro (che sul suo sito ieri ha pubblicato tutte le vignette della puntata, con un commento: «No alla censura! La satira è libertà!») avrà l’ultima parola il Cda Rai, gerarchicamente al di sopra del dg, nella riunione di mercoledì prossimo. Il Consiglio potrebbe revocare (come proporranno i membri di area Pd, di sicuro Nino Rizzo Nervo, che già paragona Masi a Torquemada...) o confermare la sospensione di Vauro, ipotesi più probabile visti i rapporti di forze tra maggioranza e opposizione al settimo piano Rai. E decidere sanzioni disciplinari per Santoro. «Io voterò per la conferma della sospensione di Vauro» anticipa al Giornale il consigliere Alessio Gorla (area Pdl), «vedremo se per qualche puntata o per tutto il resto della stagione di Annozero». In ogni caso non sembra che nell’agenda di Viale Mazzini ci sia la cancellazione del programma, nemmeno nel palinsesto del prossimo autunno, dove già sarebbero previste quattordici puntate.
Ma è chiaro che Santoro punterà sulla minaccia di censura, con formula già sperimentata per tornare in Rai nel 2006: alzare i toni, fomentare lo scontro, diventare un caso politico, scomodare la libertà di informazione, farsi martire così da far lievitare il prezzo della propria testa. L’Idv è la sponda naturale di questo gioco. Unico partito ad aver difeso Santoro sin dal primo momento, stasera avrà il suo leader come difensore d’ufficio del conduttore paladino dell’informazione libera (l’altra volta c’era De Magistris).

Il Pdl applaude Masi. Il Pd invece resta in una preoccupante confusione (e Di Pietro esulta): se giovedì esecrava la puntata di Annozero, ora parla di censura per la sospensione di Vauro. Anche loro pedine nell’abile gioco di Santoro.

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