Raid e missili, Tripoli bombardata Gheddafi ai libici: "Armatevi"

Tripoli è stata bombardata prima dell'alba, secondo un giornalista dell'Afp e stando a quanto riferito dalla televisione di stato libica. Non ci sono al momento altre conferme del bombardamento, mentre tutte le fonti disponibili dicono che nella capitale libica la contraerea è entrata in azione e si sono sentite esplosioni. Cannoni antiaerei installati alla residenza di Gheddafi e nei dintorni hanno aperto il fuoco poco dopo le 02:20 locali (le 01:20 in Italia). In serata esplosioni a Tripoli, Misurata e Sirte: colpite dai missili Usa le batterie antiaeree. Lanciati ben 110 missili. Tv di Stato: uccisi 48 civili e 150 feriti. Il raìs minaccia in tv: "Colpirò nel Mediterraneo". L'arma del regime: donne e bimbi usati come scudi umani

Raid e missili, Tripoli bombardata 
Gheddafi ai libici: "Armatevi"

Tripoli - Tripoli è stata bombardata prima dell'alba oggi, secondo un giornalista dell'Afp e stando a quanto riferito dalla televisione di stato libica. Non ci sono al momento altre conferme del bombardamento, mentre tutte le fonti disponibili dicono che nella capitale libica la contraerea è entrata in azione e si sono sentite esplosioni. Il giornalista dell'Afp ha inoltre detto di aver visto un aereo sorvolare la residenza-caserma di Gheddafi a Bab al Azizia, nel sud della capitale e di avere sentito varie esplosioni. Cannoni antiaerei installati alla residenza e nei dintorni, così come in altre zone di Tripoli, hanno aperto il fuoco poco dopo le 02:20 locali (le 01:20 in Italia). Immagini hanno mostrato traccianti nel cielo di Tripoli e corrispondenti hanno riferito che si udivano urla di "Allah è grande!".

Anche la Gran Bretagna in azione Intanto il ministero della Difesa britannico ha comunicato che anche l'aviazione di Londra ha lanciato raid aerei sulla Libia, senza tuttavia precisare quando e dove. "Posso ora confermare che anche la Raf (Royal air force) ha lanciato missili Stormshadow da alcuni Tornado GR4", ha detto un portavoce delle forze armate britanniche, il generale John Lorimer. Fino ad ora erano stati annunciati raid aerei effettuati solo dalla Francia ieri nell'est del Paese, mentre il Pentagono ha comunicato che oltre 110 missili cruise sono stati lanciati sempre ieri da navi e sommergibili Usa e Gb. Le forze di Gheddafi hanno bombardato di nuovo Bengasi, secondo quanto riportato da Al Jazira. Citando fonti anonime, il canale satellitare ha parlato di fuoco da carriarmati e lancio di razzi. E intanto inizia la conta dei morti: secondo un bilancio provvisorio fornito dal regime libico sarebbero morte quarantotto persone nei raid occidentali di ieri e sarebbero state ferite 150 persone.

Attacco con i Tomahawk Usa Nella notte è cominciato l'attacco con i missili Usa. Ne sono stati lanciati ben 110. Sono prese di mira le difese aeree della Libia. Forti esplosioni sono state udite questa sera a Est di Tripoli e palle di fuoco sono state viste all'orizzonte. Lo riferiscono testimoni sul posto. La marina Usa ha schierato tre sottomarini nel Mediterraneo per preparare attacchi contro la Libia. Un responsabile della Difesa, parlando in condizioni di anonimato, ha detto che i tre sottomarini - tra i quali i mezzi di attacco Newport News e il Providence - sono stati affiancati da due navi della Marina. Sempre secondo la stessa fonte i sottomarini sono equipaggiati con missili Tomahawk.

Colpite Tripoli, Misurata e Sirte A essere colpite sono state circa 20 installazioni militari, in particolare di difesa aerea "che rappresentavano una minaccia per il popolo libico e per i piloti" della coalizione occidentale. I missili sono stati sparati da navi e sottomarini britannici e americani, ha detto il vice ammiraglio Bill Gortney e consentono l’avvio dei raid aerei. "Si tratta della prima fase dell’operazione" ha spiegato Gortney "adesso è notte lì, e passerà un po' di tempo prima di conoscerne l’esito". Media ufficiali libici hanno detto che dopo Tripoli e Misurata è stata bombardata Sirte, città natale di Gheddafi.

Il Colonnello in tv Gheddafi dopo i raid è apparso in tv per dire che "il Mediterraneo è diventato un vero campo di battaglia". Poi ha minacciato di attaccare obiettivi civili e militari nel Mediterraneo come rappresaglia "all’aggressione dei crociati". Il Colonnello ha chiarito che gli interessi dei Paesi del Mediterraneo e del Nord Africa saranno da ora in pericolo. Gheddafi ha ribadito che il popolo libico resisterà all’aggressione "coloniale dei crociati". Quindi Il leader libico ha poi chiesto aiuto agli africani, agli arabi, ai sudamericani e agli asiatici per sostenere il popolo libico contro il nemico. Gheddafi si è rivolto ai libici dicendo loro di "armarsi per la rivoluzione. I depositi di armi sono stati aperti per difendere la Libia".

La Libia accusa: "Colpiti civili" La televisione di Stato libica ha annunciato delle incursioni dei "crociati" su degli "obbiettivi civili", nelle quali vi sarebbe stato un numero imprecisato di feriti: numerose ambulanze si starebbero recando sul luogo degli attacchi. In particolare, le incursioni avrebbero colpito i serbatoi di carburante che riforniscono la città di Misurata. Secondo la televisione libica è stato colpito anche l’ospedale di Bir Osta Miled, a 15 km a est di Tripoli. Poco fa, la televisione aveva riferito che erano stati lanciati attacchi contro aree della capitale abitate da civili. Un portavoce del gruppo d'opposizione fronte nazionale per la salvezza della Libia, Mohammed Ali, ha detto che sono stati bombardati anche i quartieri dell'air force del regime nell'est di Tripoli e l'accademia dell'aviazione di Misurata. Le informazioni non sono state confermate in maniera indipendente.

Esultano i ribelli Non appena dal maxi schermo che trasmette 24 ore al giorno al Jazeera è giunta notizia del primo attacco dell’aviazione francese è esplosa la festa in piazza Tahrir a Tobruk, città controllata dagli insorti. Caroselli di auto, clakson a raffica, cori e spari in aria: la città della costa orientale della Libia si sta abbandonando a manifestazioni di gioia incontrollata alla notizia del primo obiettivo colpito dagli aerei francesi. La gente era appena uscita dalla moschea nella quale aveva pregato per la salvezza della città e dell’altra città cirenaica Bengasi.

Cina rammaricata In una dichiarazione, il ministro degli Esteri cinese ha ribadito la ferma opposizione della Cina all'uso della forza in generale e in Libia in particolare, temendo perdite di vite umane. La Cina, ha detto Yang, "non concorda con il ricorso alla forza nelle relazioni internazionali". Pechino si era astenuta, in sede di consiglio di sicurezza dell'Onu, sul voto alla risoluzione 1973 del 17 marzo scorso sul'istituzione della No Fly Zone, dichiarando di avere "serie riserve" sulla bozza presentata da Francia, Gran Bretagna, Usa e Libano (quest'ultimo in rappresentanza della Lega araba). La Cina ha sempre chiesto di evitare l'intervento armato, sperando in una risoluzione diplomatica del conflitto. La risoluzione 1973 tuttavia è passata anche perché la Cina e la Russia si sono astenute e non hanno esercitato il diritto di veto.

La tv libica contro Sarkozy "Siamo vittime di una nuova crociata da parte dei francesi e del loro presidente, il noto ebreo sionista Sarkozy" annuncia la tv di Stato libica. "Stiamo vivendo un nuovo Iraq - spiega un conduttore - come avvenuto nel 2003 Bengasi è stata bombardata. Il compotto contro di noi è evidente - aggiunge - In questa città devono finire le divisioni e dobbiamo ritornare uniti. Vivremo un nuovo Iraq e una nuova Somalia. Non è la prima guerra che la Libia affronta e dobbiamo ringraziare la Francia che ci ha fatto capire chi siamo" dichiara il conduttore della tv di Tripoli, commentando i raid compiuti oggi dai caccia francesi sul territorio libico. "Per quanto riguarda il nostro leader Muammar Gheddafi - conclude - lui è la guida e come ha vinto negli anni Ottanta li manderà al diavolo anche oggi i nostri nemici. Alle tribù di Bengasi chiediamo di ritornare all’unità e ad andare avanti insieme".In serata accuse all'Occidente: nei raid colpiti i civili.

Sarkozy: stop violenze sulla popolazione "Abbiamo deciso di applicare la risoluzione Onu che esige un cessate il fuoco immediato e l’arresto delle violenze contro le popolazioni civili". Ad affermarlo, al termine del vertice all’Eliseo sulla questione libica, è il presidente della Repubblica francese, Nicolas Sarkozy. "In Libia c'è una popolazione che non chiede nulla di più che scegliere il proprio destino e che ora è in pericolo. È nostro compito è rispondere alla loro richiesta d'aiuto. Non vogliamo decidere per loro, la lotta per la libertà appartiene solo a loro".

Cameron: il raìs ha mentito, è tempo di agire "Gheddafi ha rotto il cessate il fuoco e questo rende urgente l’adozione di misure che evitino che il numero dei morti tra la popolazione civile possa crescere". Lo ha detto il primo ministro britannico, David Cameron, al termine del vertice. "È il colonnello Gheddafi che ha voluto tutto questo. Ha mentito alla comunità internazionale, ha promesso un cessate il fuoco e - ha detto Cameron ai giornalisti - ha continuato a brutalizzare il suo stesso popolo. È giunto dunque il momento di agire, in maniera urgente, per mettere in atto le decisioni delle Nazioni Unite. Non possiamo più permettere - ha concluso Cameron - il massacro dei civili".

L'Ue: non possiamo più stare fermi Il presidente della Ue, Herman Van Rompuy: "Non possiamo più assistere ai massacri in Libia restando con le braccia conserte. Il tempo stringe, e la risoluzione del Consiglio di sicurezza dell’Onu va attuata al più presto. Bisogna agire ora per proteggere la popolazione".

Obama: coalizione pronta ad agire "La coalizione internazionale che s’è riunita oggi a Parigi ha raggiunto un grande

consenso sulla necessità di difendere il popolo libico ed è pronta ad agire con urgenza", se non ci saranno risposte adeguate. Lo ha detto Barack Obama dalla capitale brasiliana, prima tappa del suo viaggio in America Latina.

Comando Usa coordinerà no-fly zone Sarà il comando centrale statunitense (Uscentcom) a coordinare la zona di interdizione al volo sulla Libia: lo riporta l’emittente satellitare britannica Sky News. Le prime operazioni di ricognizione e sorvolo sono già state effettuate dai caccia francesi.

Chi partecipa alla coalizione Il Qatar parteciperà all’intervento che sarà condotto in Libia sotto l’egida delle Nazioni Unite. Lo ha confermato una fonte diplomatica dell’emirato medio-orientale. Il Qatar parteciperà all’intervento Onu, ha detto, insieme a diverse nazioni europee, tra cui Belgio, Olanda, Danimarca e Norvegia, oltre, naturalmente, a Francia e Gran Bretagna, che sono i capofila dell’operazione alla quale parteciperà anche il Canada. Anche gli Stati Uniti, ha aggiunto il diplomatico, hanno garantito il loro appoggio all’intervento senza peraltro offrire dettagli in merito. Il primo ministro greco, George Papandreou, ha offerto l’uso delle basi sull’isola di Creta, che si trova tra la Grecia e la Libia. Al vertice di Parigi, il mondo arabo è stato rappresentato da Giordania, Marocco, Qatar ed Emirati Arabi Uniti. Presente anche il ministro degli esteri iracheno, Hoshyar Zebari, in qualità di presidente di turno della Lega Araba rappresentata dal segretario generale dell’organizzazione, Amr Moussa.
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