Ranieri fa il finto tonto: «Lo scudetto? Non ci sento»

E meno male che Roma-Inter si gioca sabato. Già: meno male. Perché dopo la vittoria di ieri a Bologna, dopo la sconfitta del Milan che non pone più ostacoli alla vista verso la vetta, sarebbe stata duro gestire l’entusiasmo dell’ambiente per un’intera settimana. Così invece l’attesa per il big match di sabato si mangerà in pochi mozzichi. Claudio Ranieri, lui sa già come far vivere la vigilia della partita dell’anno ai suoi: «So come sono i romani, appunto per questo devo tenere la squadra fuori da tutto, lontana dalle delusioni come dopo Livorno e dalle esaltazioni come adesso». Sarà, ma quello che fa capolino nell’area interviste del Dall’Ara è un Ranieri raggiante, che scherza facendo finta di non capire la domanda di un giornalista di Sky sullo scudetto: «Non sento bene, non sento», dice strizzando l’occhio. Poi l’analisi del match, in cui Ranieri ha azzeccato tutto, cambi compresi, se è vero che i due nuovi entrati - Cerci e Julio Baptista - hanno confezionato il raddoppio: «I ragazzi erano molto concentrati, l’ho visto subito, quindi a loro non ho dovuto dire più nulla. Eravamo venuti a Bologna non per giocare ma per vincere». Poi Ranieri torna sul tormentone della formula uno e si proietta già a sabato: «Con l’Inter finisce il curvone. E noi stiamo bene, corriamo, lottiamo. E sabato dovremo fare tutto questo contro una squadra stellare». Comunque andrà sarà un successo, perché «se la Roma si gioca la partita dell’anno a otto giornate dalla fine, vuol dire che i ragazzi hanno lavorato bene». E a chi gli chiede se non era più sollevato dopo Livorno, quando la Roma era sembrata togliersi un peso: «Voi giornalisti siete bravi a provocare, ormai sono vecchio per queste cose».
Serafico Julio Baptista, decisivo come sempre più spesso gli accade ultimamente: «Questa vittoria significa tanto per noi, siamo vicini all’Inter con cui sabato abbiamo una partita molto importante. Sfida decisiva? Non lo so, ma se vinciamo saremo a un punto e potremo sperare».

Poi una timida, educatissima rivendicazione: «Il mio gol è stato importante. La cosa più importante è aver conquistato i tre punti, ma io spero di poter giocare più tempo». Sarà lui il valore aggiunto di un finale al cardiopalma?

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