Rapine in villa Altra incursione al Flaminio: c’è una banda di romeni che terrorizza i vip

Alla Camilluccia-Trionfale scatta l’allarme rapine. E se non è psicosi poco ci manca. Da qualche mese una banda di romeni sta svuotando le case dei terrorizzati vip. Dopo Renzo Arbore (rapina da ottomila euro e tanta paura per il noto presentatore) e il consigliere regionale Gianfranco Bafundi è stata la volta, ieri, di due anziani, tra cui un ex direttore del Tg1. I due, che vivono al residence «Villa Brasini» sulla via Flaminia, sono stati sorpresi nel sonno da tre persone con guanti e volto coperto da passamontagna. Dopo aver chiesto della cassaforte, i malviventi hanno estratto un coltello e costretto la donna a consegnare tutto ciò che di valore c’era in casa. Un bottino da trecento euro, un cellulare e una medaglia ricordo d’oro. Lo stesso modus operandi usato per la rapina a casa di Renzo Arbore lunedì scorso.
Come detto, la vittima della nuova rapina, Ottavio di Lorenzo, 75 anni, è stato direttore del Tg1. Anche il giornalista e la moglie sono stati sorpresi nel sonno dai tre romeni che si erano introdotti nell’appartamento forzando una porta finestra scorrevole sul balcone. Secondo la testimonianza della coppia e gli accertamenti degli investigatori dei carabinieri, la banda non era armata e avrebbe preso in cucina il coltello con il quale Di Lorenzo e moglie sono stati minacciati.
Per entrare nel residence, vigilato 24 ore su 24, la banda di rapinatori romeni avrebbe scavalcato la rete di recinzione che dà sul retro del comprensorio. Appena entrati nell’appartamento, che si trova al primo piano, i tre malviventi hanno allontanato, così come avvenuto in altre precedenti rapine, il cellulare dalle vittime, in modo da impedire una qualsiasi chiamata di aiuto.
Ma l’inchiesta sulla banda romena non sembra essere semplice, soprattutto in assenza di una vera e propria descrizione di almeno uno dei componenti della pericolosa gang.

I tre rapinatori, infatti, hanno tutti il volto coperto da passamontagna e, soprattutto, usano una grande torcia, puntata direttamente negli occhi delle vittime, per confondere e rendere difficile un eventuale riconoscimento. Lo stesso Arbore ha raccontato che durante i pochi minuti della rapina uno dei banditi gli ha costantemente tenuto l’accecante fascio di luce in faccia.

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