Razzi contro Israele, uccisa una donna

Il governo promette rappresaglie: «Chi è coinvolto, dai capi all’ultimo terrorista, pagherà un tributo pesante»

Gian Micalessin

Stavolta i petardoni, come si affanna a definirli chi li spaccia per innocui giocattoli colpiscono, uccidono e mutilano. Stavolta Hamas e Jihad islamica possono rivendicare l’uccisione di una donna, il ferimento di un ragazzo di 16 anni e di un addetto alla sicurezza colpevoli solo di trovarsi a Sderot, la cittadina israeliana a cinque chilometri da Gaza bersaglio preferito dei missili palestinesi. Solo su Sderot ne sono caduti ieri undici, altri quattro hanno colpito Ashkelon senza però far danni. La prima raffica mattutina uccide la donna e lascia senza gambe una guardia di 24 anni. La seconda, nel pomeriggio, riduce in fin di vita il ragazzino. Ora non resta che aspettare la rappresaglia. Peretz l’ha già annunciata e i reparti di Tsahal ammassati alle porte della Striscia hanno iniziato i preparativi per i nuovi raid.
Il nuovo capitolo di sangue si apre alle nove di mattina. Quattro razzi Qassam sono già esplosi nei dintorni di Sderot mezz’ora prima, ma la vita non si ferma. Da cinque anni quei missili sparati a caso su case e scuole civili rappresentano una consueta quanto inarrestabile minaccia. Fatima Slutzker, 57 anni, è appena uscita di casa assieme al marito. Lui si ferma sul ciglio, lei attraversa la strada. Il suo destino si gioca in quei pochi metri. Il missile la colpisce in pieno, la cancella dalla vista del coniuge. Lui, sotto choc per l’esplosione, non si rende conto di quanto sia successo, continua a cercarla fino a quando non trova il corpo straziato. Più in là, davanti alla casa dove abitava Amir Peretz prima di diventare ministro e trasferirsi a Gerusalemme, si consuma un’altra tragedia. Un giovane di solo 24 anni addetto alla sicurezza del ministro, è a terra in un lago di sangue. Le schegge di Qassam gli hanno tagliato entrambe le gambe. E nel pomeriggio il dramma si ripete con un sedicenne colpito in pieno dall’esplosione di un missile. Fatima Slutzker è la prima vittima dei missili Qassam dall’estate del 2005 quando venne ucciso un altro abitante di Sderot. Dal 2001 ad oggi le salve di mortaio o missili palestinesi sono costati la vita a otto persone sul territorio israeliano.
Nella riunione con il capo di stato maggiore e i responsabili dei Servizi di sicurezza convocati subito dopo l’attacco, Peretz ha annunciato un’immediata rappresaglia spiegando che l’esercito continuerà le operazioni nella Striscia «in linea con la politica di Israele e nell’interesse della sicurezza». Peretz ha promesso di colpire «chiunque sia coinvolto nel lancio di razzi» minacciando di far pagare «un caro prezzo alle organizzazioni terroristiche». Il portavoce del governo di Hamas Fawzi Barhoum ha definito l’attacco a Sderot un atto di autodifesa per rispondere agli attacchi israeliani prima e dopo Beit Hanoun. «La resistenza è un diritto dei palestinesi», ha detto Barhoum.
A Gaza, nonostante gli annunci sull’imminente governo d’unità nazionale, Hamas e Fatah sembrano ancora ben lontane da un accordo sulla spartizione dei ministri.

Nell’attesa del nuovo governo capace di sbloccare l’embargo internazionale due parlamentari fondamentalisti sono rientrati a Gaza dall’Egitto con almeno quattro milioni di dollari donati, a loro dire, da sostenitori sauditi.

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