Rcs: i problemi di Ricucci pesano sul titolo che cede il 3,7%

da Milano

Titoli Rcs MediaGroup schiacciati a Piazza Affari dai timori per le sorti della quota di Stefano Ricucci, con un minimo nelle ultime battute di seduta sotto l’importante soglia psicologica dei 5 euro, a 4,98, un valore che non si vedeva dal 4 maggio scorso, quando l’immobiliarista risultava ancora ufficialmente sotto il 7% - rispetto al 20,9% attuale - e non era ancora entrato nel vivo l’assalto al gruppo editoriale. Il titolo Rcs alla fine ha terminato le contrattazioni in calo del 3,75% a 5,035 euro tra scambi tutto sommato contenuti e pari a 5 milioni di azioni, lo 0,7% del capitale. A pesare, soprattutto le indiscrezioni di stampa sulla richiesta a Ricucci da parte delle banche di integrare le garanzie a fronte dei finanziamenti utilizzati per rastrellare azioni della società. Il mercato teme in particolare un’ondata di vendite dal pacchetto di Ricucci, o da parte dell’immobiliarista stesso o da parte degli istituti che ne detengono le quote in pegno e potrebbero a loro volta decidere di liquidarli. Le possibilità di manovra dell’immobiliarista appaiono del resto piuttosto ridotte. Le trattative avviate dall’advisor Ubaldo Livolsi per cedere la quota Ricucci a Lagardère non hanno ancora portato ad alcun risultato. Anzi, il gruppo francese che nei giorni scorsi aveva dichiarato di escludere qualsiasi mossa senza l’accordo del Patto, viene ormai dato del tutto fuori dalla partita. Mercoledì Il Messaggero riferiva della richiesta a Ricucci da parte di Bpi, Deutsche Bank e Banca Intermobiliare di integrare le garanzie.

Fonti qualificate hanno definito «ormai superata» l’indiscrezione per quel che riguarda Intermobiliare. Quel che è certo, invece, è la stretta in atto sulla politica dei crediti e dei finanziamenti nella Popolare Italiana, uno dei principali sponsor dell’immobiliarista.

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