Il re delle truffe da 40mila euro al mese

Con l’abilità che deriva solo da una profonda esperienza, era già riuscito a ingannare persino un quasi esperto del settore nonchè addetto ai lavori. Quando i poliziotti del commissariato di Quarto Oggiaro l’hanno arrestato, qualche giorno fa, infatti, Agostino Carpineto - napoletano, classe 1972, meglio noto come «il principe dei pacchi» - aveva appena concluso una delle sue mirabolanti imprese, rifilando per 770 euro un pacco pieno di sale a un africano convinto di aver appena acquistato il campionario originale di portafogli e telefoni griffato Louis Vuitton appena mostratogli da quell’italiano così gentile. E che, solo più tardi, se la polizia non fosse intervenuta, si sarebbe ritrovato come accadeva anni fa ai viaggiatori sprovveduti nei parcheggi degli autogrill perlopiù lungo le autostrade della Campania, con una scatola piena solo di sale. Particolare curiosissimo e inquietante: la cosiddetta vittima di professione fa il responsabile della sicurezza proprio in una delle boutique milanesi «Louis Vuitton»!
Parlantina, grande sicumera, aspetto curatissimo, abbronzatura sintetica ma d’effetto, come ogni celebrità Carpineto ha una curriculum di tutto rispetto. Vita maramalda, precedenti per truffa e furto a gogò, l’uomo ha costruito la sua «carriera» a Napoli dov’è nato e ha vissuto fino a circa due mesi fa. E dove le forze dell’ordine, a suo dire, un po’ per simpatia un po’ per evitare la scocciatura di trovarselo davanti tutte le settimane, l’hanno sempre trattato con grande indulgenza.
E poi? Che c’è venuto a fare al nord Agostino Carpineto? «A Napoli il lavoro scarseggiava - ha spiegato lui ai poliziotti che lo hanno portato in commissariato e sono rimasti incantati dalle sue capacità affabulatorie - e io in Campania ho tre figli da mantenere. Smettere con i pacchi? Ma neanche per sogno! Guadagno dai 30 ai 40mila euro al mese, non ci tengo proprio ad abbassare il mio tenore di vita, non ci riuscirei. Così ho deciso di fare il pendolare, trasferendomi da solo un po’ al nord per poi tornare a casa non appena potevo».
Due mesi fa il truffatore prende casa a Sirmione, sul lago di Garda, in provincia di Brescia. E da lì fa la spola con Milano dove i «pesci», tra il Centro e la zona Sempione, abboccano eccome.
Qualche sera fa la pattuglia della volante di zona del commissariato Quarto Oggiaro durante un normale giro di perlustrazione nota una vettura in sosta in via Plana, in zona piazza Firenze. Sopra ci sono due uomini. La polizia lampeggia alla macchina ferma, ma i due fanno finta di niente. Così l’auto diventa «sospetta» e scattano i controlli, gli agenti scoprono la truffa e smascherano il truffatore. Carpineto ha già in tasca i 770 euro che il bodyguard africano, convinto di comprare oggetti griffati originali (ma in realtà rigorosamente falsi), gli ha appena pagato. E il napoletano sta per consegnargli il pacco che non contiene portafogli e telefoni con il logo LV, bensì un bel po’ di sale. La fedina penale di Carpineto parla per lui.

«Ma è il principe dei pacchi!» mormorano piano i poliziotti. Lui però li sente, quasi s’inorgoglisce. E, una volta in commissariato parla a ruota di sé, dei pacchi di sale, dei «polli» caduti nella sua rete e dei suoi business: a suo modo è pur sempre un personaggio.

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